Recandosi in spiaggia si spera di trovarla pulita, accogliente. Ma il quadro che ci si trova davanti è tutt’altro che rassicurante: l’incuria prende il posto degli ombrelloni. Bottiglie di liquore vuote, preservativi, cartoni di latte, buste di plastiche dal contenuto incerto, giochi per bambini, scarpe, cartaccia ovunque. Ed ancora rifiuti di ogni tipo tra cui alghe, pesci morti, erbacce e boe trascinate in spiaggia dal maltempo. Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti. Quello che ci lascia senza parole è la presenza di siringhe usate, medicinali, vetri rotti e perfino un topo morto. Tutto alla mercé dei tanti bambini che, quotidianamente, giocano in spiaggia. “Ormai è impossibile scendere qui – racconta una ragazza a spasso con il suo cane – diventa sempre più difficile riuscire a camminare senza incappare in un qualche rifiuto”. “Ho paura di portare mia figlia qui – confessa una mamma – potrebbe tagliarsi il piede con qualche vetro rotto o peggio”. E di esempi del genere è davvero piena la costa termolese.
L’inciviltà prende il posto del senso civico. Questo è ormai evidente soprattutto negli ultimi anni in cui incuria e degrado segnano il nostro modo di vivere nel territorio. Oggi risulta molto più semplice buttare una carta a terra, piuttosto che gettarla negli appositi contenitori. D’altro canto, però, ci si accorge che per il nostro territorio non vi è nessun piano di prevenzione ed organizzazione annuale di cura di un bene quale quello del mare e della spiaggia, ma solo una gestione dell’emergenza rifiuti poco prima dell’inizio della stagione balneare, che non dà soluzioni definitive al problema. Davvero un peccato, poiché la spiaggia di Termoli è il nostro biglietto da visita, il nostro punto di forza dal quale trarre nuove opportunità di potenziamento e valorizzazione ambientale.