LARINO _ Andrò a votare alle primarie e indicherò Nicola D’Ascanio quale candidato presidente da contrapporre a Iorio e lo faccio con la viva speranza di una vittoria, non più rinviabile se si vuole dare inizio a quella svolta di cui ha bisogno il Molise. La ragione principale di questa mia scelta non è in quel rapporto di amicizia e di stima nato nel 1995. quando, grazie agli oltre 1400 voti dei miei concittadini larinesi sono stato eletto in Regione, (in quel periodo ho conosciuto anche Antonio D’Ambrosio e, subito dopo, Michele Petraroia e Paolo di Laura Frattura con il quale ho avuto modo di collaborare con grande soddisfazione nella organizzazione di quell’importante evento che è stata la manifestazione fieristica “Piacere Molise” e in altre occasioni, in Italia ed all’estero); né in quel sentimento di riconoscenza che io ho per chi ha saputo guidare, in un momento non certamente facile soprattutto all’interno del Pd, un ente come la Provincia di Campobasso con capacità e onestà, ben sapendo che anche gli altri concorrenti sopra citati (non ho nominato Romani ma, non conoscendolo, solo per mancanza di giudizi da esprimere), hanno svolto compiti di responsabilità, con risultati che i molisani hanno avuto modo di giudicare e, mi sembra, in modo favorevole, se oggi sono i candidati alle primarie.
No, non sono queste le ragioni di una scelta che ha come premessa quella di sostenere il candidato che esce vincente alle primarie, chiunque esso sia, ma ve ne sono due in particolare che mi fa piacere spiegare, soprattutto agli amici che ancora non hanno deciso il loro candidato. La prima, per me fondamentale, riguarda l’ospedale di Larino e la sanità molisana D’Ascanio è quello che, di fronte a chi ormai dà per scontato un destino, crede – ed io sono perfettamente d’accordo con lui nella possibilità di poter riprendere il discorso a partire dalla situazione disastrosa in cui ha ridotto la sanità Iorio. Uniti a chi crede a questo è fondamentale per vincere e di questo sono più che sicuro. D’Ascanio, quindi, crede quanto me nella possibilità di riaprire il discorso ed ecco che con lui si può riprendere un percorso che tocca anche altre problematiche, come quella di un Molise raccolto in due o tre centri della Regione.
Un processo devastante che ha dimostrato, con lo spopolamento dei piccoli centri, di andare incontro ad una morte lenta e a quella sparizione della nostra regione che alcuni si augurano. Questo per dire che la questione ospedali è pienamente dentro una visione programmatica che tocca il presente e riguarda il futuro di questa nostra Regione, cioè il futuro delle nuove generazioni che non avranno una briciola delle ingenti risorse che i berluscones si sono divorate nel corso di questi anni. La seconda ragione è la condivisione, con D’Ascanio, di quella coerenza che solo chi ha memoria può perseguire. D’Ascanio non ha mai perso la rotta, neanche quando tutti si mettevano di traverso per farlo affondare o, nella migliore delle ipotesi, per fargli cambiare strada. Un attacco brutale che solo la capacità politica di D’Ascanio è riuscito a controbattere e vincere. Ora c’è chi gli vuole rimproverare proprio le scelte fatte, con grande coraggio e determinazione, per poter continuare ad andare avanti e portare a casa i risultati che la Provincia ha ottenuto con la sua guida, quasi a giustificare chi gli ha sferrato l’attacco ed ha dato vita alle divisioni. Sbaglia sempre chi tenta di cambiare le carte in tavola e non va bene. Bisogna, invece, ribellarsi a chi ha di fatto chiuso l’ospedale di Larino, Iorio, il centro destra e gli amici di Larino, e, ripeto, essere uniti per rilanciare un discorso fondamentale per il Molise, Larino e il Basso Molise, sapendo che così si dà vita alla discontinuità di cui ha bisogno il Molise ed i molisani.
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