COLLETORTO _ Lavatevi, purificatevi,togliete dalla mia vista il male delle vostre azioni(Is 1,16). E’ l’invito del profeta a lavarsi, purificarsi, togliere il male. Cosa possono significare per noi queste raccomandazioni? Possiamo accoglierle nella nostra vita religiosa, sociale e comunitaria, oppure sono parole gettate al vento senza senso e significato? Prima di tutto queste sono parole non di uomini ma parole di Dio, parole che aiutato l’uomo ad incontrarlo, amarlo e per questo diventano importanti nella vita.
 

Noi non finiremo mai di imparare dalla parola di Dio, anzi in questo tempo di quaresima la lettura quotidiana della Bibbia dovrebbe essere come un impegno costante e forte per e nelle famiglie. Lavarsi da che? Oggi più che ieri non abbiamo problema nel lavarci, nelle nostre case, grazie a Dio, l’acqua è alla portata di tutti, ci laviamo regolarmente, ci profumiamo, insomma curiamo bene il nostro corpo. Cosa può significare il monito del profeta? E’ un lavarsi interiore, intimo, dove nessuno ti vede e ti controlla, è lavare ciò che è sporco, macchiato, sudicio. Purificarsi è rendere puri il nostro cuore, capire che se il cuore è inquinato da pensieri, parole, opere, con il tempo anche noi saremo inquinati, sporchi, infetti. Perciò l’atto del purificarsi richiede un grande coraggio nel riconoscere ciò che inquina la nostra vita.

I padri della Chiesa immaginavano il cuore dell’uomo come una fontana. Se è pura, il cielo si riflette in essa, come nel cuore puro si riflettono i pensieri divini. Togliere il male, vuol dire estirparlo, allontanarlo dal bene, il male produce sempre male e non vi è rimedio se non con il bene. Toglierlo vuol dire sapere prima di tutto dov’è il male, come si genera e poi avere la forza di estirparlo, sradicarlo proprio come fa l’agricoltore: nei campi toglie l’erba cattiva dalla radice essa sfrutta il terreno e danneggia il buon grano. Tempo di quaresima, allora, è il periodo della nostra vita a cui Dio ci chiama all’interiorità, al suo ascolto, alla preghiera e alle opere di carità. Il digiuno che noi cristiani pratichiamo è materiale e morale, digiunare fa bene è una buona medicina per il corpo ma anche per ri-scoprire Dio, il digiuno, poi, ci porta ad essere più forti contro lo spirito del male come Gesù che dopo aver digiunato quaranta giorni nel deserto fu pronto per la grande battaglia con Satana, vincendo. L’uomo ha bisogno di tempi di digiuno interiore ed esteriore per essere libero di amare Dio con il cuore puro.

Il digiuno come mezzo per chiamare Dio a combattere a fianco perché il cristiano diventi forte nella lotta contro il peccato… Per fare questo, però, abbiamo bisogno di disciplina che non significa punizione, al contrario disciplina viene da discere significa imparare, ma vuol dire anche prendere, accettare, imparare da Dio, prendere la sua mano onnipotente e salvifica, accettare l’insegnamento di vita, la disciplina spirituale ci fa grandi ci rende maturi e saggi nella vita. La quaresima, allora, non è il tempo delle formalità, al contrario diventa tempo di impegno serio e di abbandono nelle mani di Dio. La comunità di Colletorto ha bisogno di ricuperare tutto questo, ha bisogno di gente che senta la bruttezza del male, delle sue opere, dell’odio, dell’egoismo personale, sociale, economico, politico. Colletorto ha bisogno di uomini e donne nuovi, liberi dai legacci e dai compromessi con il male, forti contro la tentazione del possedere, onesti e virtuosi nella vita sociale.

 

A ciascuno l’impegno di camminare con speranza, fiducia incontro a Cristo Signore, il Risorto, con Lui canteremo nella notte di Pasqua, la nostra gioia e il riuscito impegno quaresimale certi che è Lui che: “sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace” (Preconio pasquale).
don Mario COLAVITA

PREGHIERA PER LA QUARESIMA
Signore e Sovrano della mia vita,
non mi lasciare in balìa dello spirito dell’ozio,
della leggerezza, della superbia e della loquacità.
Concedi invece al tuo servo spirito di prudenza,
di umiltà, di pazienza e di carità.
Sì, Sovrano e Signore,
fa’ che io veda le mie colpe e non condanni il mio fratello,
poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli.
Amen!
S.Efrem il Siro
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