CAMPOBASSO _ Gioacchino Murat firmò il 4 maggio del 1811 il decreto n. 104 con cui su impulso del Ministro Zurlo unì i 35 Comuni del Distretto di Larino alla Circoscrizione del Molise. Da allora con lievi variazioni territoriali inerenti l’area venafrana, 15 comuni della provincia di Benevento e alcuni centri della Daunia, questi sono stati i confini del Molise, pur nella indeterminatezza istituzionale che si superò solo nel 1963 con l’approvazione della legge costitutiva della regione. Ma non si è fatto in tempo ad avviare l’organizzazione amministrativa su questa dimensione istituzionale che i tagli dell’ultimo decennio hanno determinato lo smantellamento di uffici statali, compartimenti e uffici di rappresentanza nazionali dello Stato. Nel mentre persiste tale nefasta razionalizzazione le ulteriori restrizioni finanziarie mettono a rischio anche gli ospedali, le scuole, l’assistenza sociale ed i trasporti pubblici.
Il tutto accade in attesa dell’avvento del Federalismo Fiscale che decreta la morte matematica di un Molise che conta 320 mila abitanti, si estende per 4.438 Km quadrati con 136 comuni e 2 province, ha una forza lavoro di 106 mila occupati complessivi, 46 mila alunni e studenti medi, 11 mila universitari, il 22% delle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, la seconda percentuale di residenti con più di 65 anni e un indice di natalità tra i più bassi d’Italia. Con il numero delle imprese esistenti, il PIL annuo, l’alto costo del denaro, l’inefficienza della pubblica amministrazione, la scarsa incidenza degli investimenti in ricerca e innovazione, i ritardi nella connessione veloce, la mancata cablatura territoriale, la carenza dei servizi alle imprese e le alte imposte locali che strangolano il sistema produttivo regionale, ogni processo di sviluppo diventa una corsa ad ostacoli.
Per questo è opportuno riflettere sull’attuale dimensione geografica senza fughe in avanti ma con grande concretezza. Ricordo che Roberto il Guiscardo, il normanno che conquistò l’Italia Meridionale, istituì nel 1060 la Contea di Loritello ( attuale Rotello ) che si estendeva dal Fortore a San Benedetto del Tronto. Nel 1160, Federico II di Svevia, pronipote di Roberto il Guiscardo estese la Contea anche alle Marche chiamandola “ Marca Adriatica”. Partendo dalle attuali difficoltà di bilancio e di prospettive, perché non esaminare con meno provincialismo l’ipotesi sostenuta già dalla Fondazione Agnelli di unire Molise, Abruzzo e Marche in una nuova entità regionale ?
Michele Petraroia