CAMPOBASSO _ I troppi episodi accaduti lungo il litorale adriatico negli ultimi mesi debbono accentuare l’impegno di tutte le istituzioni preposte per contrastare i rischi di possibili infiltrazioni mafiose. È semplicemente sconcertante il silenzio di intere città come Vasto e Termoli su ritrovamenti di armi da guerra e di raffinerie di cocaina, in capo a boss della ‘Ndrangheta, ospitati sotto false generalità sul territorio in attuazione di programmi di protezione per collaboratori di giustizia. Non trattasi di rubagalline o di violazioni al codice della strada.

Nei nostri centri del litorale adriatico ci sono pericolosi esponenti della criminalità organizzata, condannati per omicidio, che con assoluta normalità si dedicano ad affari, imprese e investimenti sul territorio, condizionando le regole del mercato e la sana competizione tra aziende. Quanti capi della ‘Ndrangheta o loro familiari vivono a Termoli, Vasto, San Salvo o Campomarino, sotto altre generalità? È vero che sono tutti o quasi provenienti dalla provincia di Crotone e appartengono a cosche in guerra tra loro? Perché il Ministero degli Interni ha scelto proprio il litorale adriatico come luogo di confino per questi pericolosi collaboratori di giustizia?

E perché non li sposta nemmeno dopo che vengono arrestati per traffico d’armi e per aver avviato una raffineria di cocaina? Nel mentre in troppi si occupano delle sagre paesane e nascondono la testa sotto la sabbia, il Capo della Segreteria del Ministro Cancellieri ha trasmesso un primo riscontro. Ma su questi temi, una voce isolata non intimorisce nessuno, ed il mio sollecito è destinato ad essere cestinato se non sarà sostenuto a tutti i livelli. Che aspetta il Sindaco Di Brino a convocare un Consiglio Comunale straordinario aperto a tutti per trattare la materia?

Michele Petraroia

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