CAMPOBASSO_ In riferimento all’approntamento della bozza del nuovo Piano Sanitario Regionale già consegnato all’Assessore alla Sanità in data 27.02.2012 si comunica il mancato riscontro dello stesso alla richiesta di accesso agli atti regolato dalla legge n. 347 del 22.05.1971.

Stante la ristrettezza dei tempi a disposizione del territorio per studiare il testo e avanzare eventuali proposte di modifica, non è accettabile che un documento di programmazione fondamentale nel settore sanitario per il triennio 2012-2014 non venga reso pubblico. Gli stessi Verbali dei Tavoli Tecnici Ministeriali non possono rimanere chiusi nei cassetti, specie se si protocollano istanze di accesso agli atti a norma di legge. La sanità molisana non può essere oggetto di scorribande clientelari avallate dall’assenza di controlli dei Sub-Commissari che non assumono posizione nemmeno a fronte di episodi eclatanti di nomine ex-art. 15-septies d.l.vo 502/92 che aggirano i concorsi pubblici, accorpamenti di Unità Complesse assunte caoticamente, aggregazioni e scorpori di strutture ospedaliere, reparti, Unità Operative Semplici, comandi, distacchi, promozioni, compensi, assunzioni di personale interinale, carenze macroscopiche presso il Pronto Soccorso, ipotesi di fusioni azzardate tra Cardarelli e Cattolica, omissioni di controlli sui DRG e sulle SDO dei laboratori, strutture e cliniche private, incentivi all’esodo al personale, smantellamento della sanità pubblica, mancato avvio delle Residenze Sanitarie Assistite e senza menzionare i conflitti di interesse in essere nella sanità pubblica e privata molisana, i rischi di incolumità a cui sono esposti i cittadini per le disfunzioni del Dipartimento Emergenza-Urgenza-Assistenza, e del Cardiovascolare.

In Molise si trascinano per anni crisi come quelle della riabilitazione post-acuzie favorendo la mobilità passiva verso altri territori, non si risolvono vertenze come quelle della SanStefar o dell’Igea Medica, non si garantisce l’assistenza domiciliare integrata e in diversi piccoli comuni gli anziani si ritrovano che i medici di famiglia
che vincono l’assegnazione della zona carente preferiscono mantenere gli studi professionali nei centri maggiori dimenticandosi dei pochi pazienti residenti in quelle comunità. Quale amministratore pubblico regionale prendo atto che nelle regioni in cui il Consiglio dei Ministri non ha ritenuto di affiancare dei Sub-Commissari al Commissario ad Acta – Presidente della Giunta, è perché non ne ha ravvisato l’obbligo formale.

Al contrario nelle regioni, sottoposte a Piani di Rientro dal Debito, in cui il Governo ha ritenuto di nominare dei Sub-Commissari è perché non sono stati raggiunti gli obiettivi del Piano Sanitario e dei Programmi Operativi
tesi a contenere i costi senza indebolire la qualità delle prestazioni. Se le figure nominate dal Consiglio dei Ministri non incidono in alcun modo su provvedimenti adottati dal Commissario ad Acta e dal Direttore Generale dell’ASREM, il loro ruolo è semplicemente inutile, inefficace e dannoso, perché percepiscono emolumenti pubblici in assenza di una funzione concreta. Stante il fatto che la Regione Molise in aggiunta ad un Commissario ad Acta vede in attività anche due Sub-Commissari, ne consegue che gli stessi hanno il dovere di intervenire attivamente nella gestione del sistema sanitario regionale con una costante azione di monitoraggio, vigilanza, ispezione e controllo che non esclude segnalazioni alla Magistratura per omissioni, violazioni di legge e atti assunti in carenza di poteri o con vizi di legittimità.

Michele Pietraroia

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