
Nella fattispece viceversa, come puntualmente osservato a verbale nell’ultima seduta della terza commissione, era necessario e soprattutto opportuno sotto il profilo amministrativo che il piano venisse esaminato in consiglio comunale e cio’ non solo perché da una semplice comparazione delle planimetrie (quella del nuovo piano con quella del Prg) non sembrano essere puntualmente coerenti ovvero compatibili, ma anche e soprattutto perché trattandosi di strumento di pianificazione che ha riflessi significativi e importanti sulla comunità termolese risulta decisamente opportuno che a decidere “l’intesa”, prevista dal citato articolo cinque della l. 84/94, sia o meglio sarebbe dovuto essere il consiglio comunale. Peraltro non è dato sapere se la citata delibera di giunta n°21 del 30 gennaio 2015 con cui è stata resa l’intesa, sia stata adottata previa concertazione con gli operatori di settore e con le relative parti sociali interessate.
Senza dire, infine, che la delocalizzazione dei pescherecci dall’attuale bacino portuale costituirebbe uno sconvolgimento della tradizione popolare e culturale della città di Termoli che da sempre ha avuto le sue imbarcazioni da pesca immediatamente sotto le pendici dello splendido borgo vecchio. A questo punto però i giochi sono fatti senza nesssuna discussione democratica che poteva e doveva avvenire prima nell’ambito delle commissioni consiliari competenti e poi in consiglio comunale. Alla faccia della democrazia partecipata e della sbandierata trasparenza”.
Il consigliere comunale
Michele Marone