TERMOLI – Oltre duecento persone al grido di “Save sanità pubblica” hanno manifestato davanti all’ospedale “San Timoteo” di Termoli per dire no alla chiusura del punto nascite. Oggi entra, infatti, in vigore il decreto firmato dal commissario alla Sanità per il Molise Angelo Giustini; dal reparto di Ostetricia è iniziata la fase di dimissioni delle partorienti, alcune hanno scelto di recarsi nell’ospedale di Campobasso, altre in quello di Vasto, altre ancora in quello di Pescara. Alla protesta, organizzata dal gruppo “donne&mamme di Termoli“, erano presenti varie associazioni tra cui il Movimento per la vita del Molise, con la presidente Rita Colecchia, il Comitato San Timoteo, il Forum per la sanità pubblica, sindaci del Basso Molise insieme a Francesco Roberti, primo cittadino di Termoli, parlamentari, consiglieri regionali M5s, il segretario del Pd Molise Vittorino Facciolla. Alle 18 i sindaci si riuniranno in Municipio per promuovere un ricorso contro il provvedimento.
“Si chiude il punto nascita, ma non si attiva una rete di emergenza ed è ancora più pericoloso. Questa idea non è di oggi, ma parte da molto lontano. Noi rivendichiamo il diritto di avere un ospedale. Tutti insieme dobbiamo fare una battaglia congiunta. Se è il caso faremo anche una marcia su Roma”. Sono le parole del sindaco di Termoli, Francesco Roberti, che oggi ha partecipato alla manifestazione contro il provvedimento di chiusura del punto nascita dell’ospedale ‘San Timoteo’ firmato dal commissario alla Sanità per il Molise, Angelo Giustini.
Roberti ha contattato gli avvocati Vincenzo Iacovino e Massimo Romano per preparare un’impugnativa. Anche il segretario del Pd molisano Vittorino Facciolla e l’avvocato Laura Venittelli stanno valutando un’azione legale. Sono state raccolte, intanto, 400 firme per la petizione da inviare al ministro alla Salute e ai vertici della Regione Molise. La raccolta proseguirà in uno spazio del Municipio concesso dal sindaco.
Sulla questione “caldissima” è intervenuto oggi anche il primari del reparto Bernardino Molinari con un lungo documento in cui invita tutti a mettere da parte l’ipocrisia perchè non c’è più tempo e spazio per questo: “Non giochiamo a rimpallarci le responsabilità: politici, amministratori, commissari, direttori. Basta ipocrisia. Sembra che ci stiamo svegliando da un sogno e ci troviamo di fronte a una catastrofe, in una realtà surreale. Non è così. Ci troviamo di fronte a un esito preannunciato. E la colpa è di ognuno di noi perché nessuno credeva fino in fondo che potesse accadere. Da circa dieci anni abbiamo un organico dimezzato e continuiamo a fare turni massacranti rinunciando alle ferie, ma rischiando anche la mancata copertura assicurativa professionale in caso di sinistri“. Molinari sottolinea che anche l’ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso, con un punto nascita di II livello regionale, è a rischio perché ci sono meno nati della soglia prevista, pari a mille.
“Allora mi chiedo – conclude -: quale punto nascita del Molise è sicuro? Forse si doveva chiedere anni fa una deroga alla Balduzzi, come fece la Basilicata. A mio modesto parere credo che uno spiraglio ci possa essere per rendere sicuri tutti e tre i punti nascita molisani. Approfittiamo del Decreto Calabria, non facciamoci scappare anche questa occasione, perché il vero problema è la carenza di pediatri e ginecologi”.