BRUXELLES _ La Sessione Plenaria del Parlamento europeo tenutasi in questi giorni a Strasburgo si é conclusa con una palese preoccupazione per la lentezza delle Riforme in Turchia per il 2010. Una situazione di stallo su cui i deputati del PPE hanno posto una particolare attenzione al fine di garantire, in quei territori, idonee condizioni di sviluppo economico, politico e sociale.
“I negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione Europea – spiega l’On. Aldo Patriciello – sono rallentati a causa di una mancanza di dialogo fra i partiti politici turchi e l’attacco alla libertà di stampa nonché di altri diritti fondamentali. E’ necessario promuovere iniziative capaci di garantire che la Turchia diventi un vero e proprio paese democratico quali la riforma costituzionale globale e la riammissione di studenti e imprenditori immigrati. Così potremmo contribuire a risollevare le sorti del paese”.
Tra le principali sfide che il Governo Turco deve affrontare figurano, oltre alla libertà di stampa, il miglioramento delle condizioni di vita delle donne, la diminuzione dei delitti d’onore, la scomparsa dei matrimoni forzati e la protezione delle minoranze. Tutti aspetti che fanno pensare a quanto la cultura turca debba riconoscere tali importanti cambiamenti in quanto presupposti per l’entrata in Europa. “Siamo particolarmente preoccupati – afferma l’On. Patriciello – per i cosiddetti progressi limitati nel dialogo in corso tra il Governo e le comunità religiose, incluse le cristiane, sulla questione della possibilità per tali comunità di ottenere personalità giuridica al fine di aprire e gestire centri di culto”.
La discussione sull’annessione della Turchia si é conclusa con la decisione del Partito Popolare Europeo di ritirare un emendamento che invitava le istituzioni comunitarie a studiare la possibilità di un partenariato privilegiato; in cambio la Commissione non ha fatto menzione dell’obiettivo comune di piena adesione all’Unione Europea per la Turchia. Posizione totalmente opposta, invece, quella sui negoziati per l’adesione del Montenero. Il Parlamento ha infatti concesso al Paese lo stato di candidato all’Unione, auspicando che i negoziati possano iniziare proprio nel 2011.
“L’Europa va verso l’ampliamento dei propri territori. – commenta l’On. Patriciello – I futuri stati membri devono però essere giudicati in base al merito, i fatti ed i risultati. Per ciò che concerne il Montenero bisogna monitorare ed opporsi alla criminalità organizzata presente massicciamente in quei territori. La corruzione é ancora preponderante in numerosi settori quali l’edilizia, le privatizzazioni e gli appalti pubblici così come i sodalizi criminali dediti al riciclaggio del denaro sporco e al contrabbando. Solo opponendosi a tali realtà devianti – conclude l’On. Patriciello – potremmo realmente contribuire all’allargamento dell’Unione Europea e al miglioramento delle condizioni di vita dei singoli Stati”. In questa direzione va la risoluzione approvata oggi a larga maggioranza con cui il parlamento ha accolto con favore il progetto d’instaurazione di un quadro giuridico e costituzionale del Montenegro.