“I morti di questi due mesi potevano probabilmente essere evitati, se si fosse pensato al bene della comunità”.
TERMOLI – “Le invereconde giravolte cui abbiamo assistito, forse non ancora concluse, sull’emergenza Covid lasciano talmente senza fiato che non si riesce nemmeno a stigmatizzarle adeguatamente con tempestività: come in uno scellerato giro di valzer, gli annunci si susseguono agli annunci.
Vietri con Neuromed sì, poi Vietri no, di nuovo sì, infine (?) Gemelli con Neuromed. Quasi le vite perdute in questi giorni fossero tessere di un domino inanimato e non famiglie, relazioni, storie spezzate non per caso.
Ospedali misti in tutta la regione, ormai collassati; personale allo stremo; numero di morti in aumento vertiginoso; percorsi Covid e non Covid non separati; impossibilità di avere prestazioni sanitarie; code di ore ai centri prenotazione; rischi altissimi per chiunque acceda ad una struttura ospedaliera; dilagare della variante inglese con conseguente saturazione di ogni posto di terapia intensiva disponibile; USCA non sufficienti e non attivate anche se annunciate (è il caso di Campomarino); 118 ormai dedicato solo al trasporto di pazienti Covid; ritardo e disorganizzazione nella somministrazione dei vaccini; inspiegabile permanenza del Molise in fascia gialla, con l’eccezione delle due settimane di lockdown totale imposto (per fortuna!) al Basso Molise.
Questo è il quadro, peraltro incompleto e non pienamente rispondente al disastro reale, della situazione del Molise, in questi giorni giunto anche alla stampa nazionale grazie alle nostre segnalazioni.
Quello che va detto con forza è che tutto ciò non è stato casuale, né può essere ascritto a semplice disorganizzazione. Riteniamo che ci siano responsabilità precise del Presidente della Regione e di tutti i vertici ASReM, inclusi i due commissari. Chiediamo pertanto le immediate dimissioni di tutti questi signori, in attesa che la magistratura si decida ad approfondire e a capire se queste morti potevano essere evitate.
Si è scelto di non programmare a tempo debito la riorganizzazione del sistema sanitario molisano distrutto dai tagli ventennali; si è deciso di non assumere personale a tempo indeterminato, di non riaprire il Vietri, ovviamente come ospedale pubblico e centro Covid regionale, lasciando così i tre ospedali regionali a disposizione in sicurezza per le altre patologie.
Il tempo è stato lasciato passare, con quello che appare l’intento evidente di lasciare mano libera ai privati. Tutto pur di non riorganizzare e potenziare il pubblico. La dismissione del reparto di urologia al San Timoteo conferma che questa sciagurata volontà di distruzione del pubblico, specie in Basso Molise, resta più viva che mai
Ora si dice: siamo in emergenza, non ci resta che il privato. A parte il fatto che con il personale offerto da Neuromed non si va davvero molto lontano, quello che ci viene proposto riguarda solo la terapia subintensiva e i paucisintomatici. Ma il dramma del Molise sta nella carenza di posti in terapia intensiva, come testimonia il fatto che la stragrande maggioranza dei decessi si verifica nel reparto di malattie infettive o nelle zone grigie degli ospedali.
Dobbiamo avere il coraggio di dire chiaro e forte che all’emergenza non si doveva arrivare; che si aveva il tempo di programmare; che se ora si trovano i soldi per il privato si sarebbe potuto scegliere di impiegarli a tempo debito per assunzioni pubbliche e potenziamento degli ospedali.
Dobbiamo anche smettere di accettare tutto, di rassegnarci come se questa tragedia ci fosse piovuta addosso per fatalità: i morti di questi due mesi potevano probabilmente essere evitati, se si fosse pensato al bene della comunità.
Quindi dimissioni subito, per decenza e rispetto dei cittadini molisani”.
Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra