
Lodevole pensiero ma declamato a fasi alterne in quanto nel penultimo consiglio comunale (7 febbraio c.a.) l’Assise ha approvato la procedura di regolarizzazione delle pratiche di condono di opere abusive su terreno comunale, esteso poi a tutti attraverso l’approvazione di un emendamento. Mi domando Il “pensiero” lodevole dov’era in quel frangente? Nei giorni scorsi la Giunta comunale presieduta dal sindaco Sbrocca con D.G n 53 del 07 marzo 2017 ha approvato il progetto finalizzato all’istruttoria delle pratiche di condono edilizio con il fine di: ”[…] è evidente che l’interesse del cittadino alla esplicita definizione della domanda di condono coincide con l’interesse dell’Amministrazione comunale alla compiuta definizione di tutte le istanze pendenti, che fornisce certezza alle situazioni giuridiche e consente l’INTROITO delle somme dovute a titolo di contributi di urbanizzazione, diritti di segreteria e conguaglio dell’oblazione“. Alla luce di questa deliberazione giuntale e delle sue motivazioni possiamo ipotizzare che la fase alterna del pensiero del nostro sindaco è determinata dall’interesse economico dell’Ente, in relazione al riconoscimento al cittadino di uno scomputo della sanzione o una maggiorazione (10%).
Viste la situazione contingente in cui versa il nostro paese, dove 1 persona su 4 è a rischio povertà, tutte le forze in campo oltre a garantire il soddisfacimento dei bisogni essenziali, dovrebbero garantire alla persona la DIGNITÀ. Una persona che è costretta a scegliere se pagare una tassa o provvedere al sostentamento dei propri cari o pagare i propri dipendenti è mortificato due volte, una per la condizione contingente che sta attraversando lui o la propria azienda e l’altra per non aver potuto adempiere ad un proprio DOVERE. Non siamo un popolo di FURBETTI, (quelli non pagano proprio). L’adesione alla “rottamazione” delle cartelle, a mio avviso, non è stato concepita come un sgravio o condono ma come il riconoscimento di un DIRITTO. Sulla scorta del pensiero “alterno” e vista la questione “tecnica” accenderemo un faro sui lavori del III corso.
Ciro Stoico