“Avevamo sottolineato l’inopportunità dello strumento utilizzato, l’ingiustizia del taglio discriminatorio di un ente e non di un altro nell’ambito del Paese e l’intollerabilità del riposizionamento della strutturazione dei servizi, delle forze dell’Ordine e delle varie strutture periferiche dello Stato scaturente dal cosiddetto riordino delle province. Un riordino fatto senza un confronto politico vero, consapevole e partecipato, frutto di un’idea complessiva degli Enti locali e del bilanciamento dei poteri e delle competenze tra i vari livelli istituzionali. Abbiamo condotto una battaglia, debbo dire in completa solitudine rispetto a molte forze politiche soprattutto quelle del centrosinistra, ma alla fine abbiamo avuto ragione”. Secondo Iorio il tema della strutturazione istituzionale deve essere affrontato in un contesto ampio: “con un ragionamento senza preconcetti e con l’idea di migliorare, di razionalizzare le risorse, di evitare costi inutili, ma senza mai pensare a iniziative spregiudicate che depauperino il territorio”.