CAMPOBASSO – Confesso di fare fatica a capire se il documento inviato agli organi di stampa dalla “maggioranza di centrosinistra unanime”, di solidarietà e sostegno al Presidente Frattura, è farneticante o più semplicemente esilarante. Il confine è molto labile. Se non conoscessimo i personaggi e le loro storie, saremmo indotti a pensare che il documento è stato sottoscritto da rivoluzionari tutti di un pezzo che hanno fatto una scelta di vita pagandone le conseguenze, sempre pronti ad immolarsi per la causa e per il bene comune. Più banalmente ci troviamo in presenza di affaristi e/o trasformisti che dopo avere consumato una vera e propria truffa politica ai danni dei molisani (che c’entrano con la sinistra i Frattura, Cotugno, Niro, Scarabeo, Di Nunzio ?, solo per citarne alcuni), questi camaleonti, in combutta con altri “animali cangianti” della pseudo sinistra, hanno la sfrontataggine di chiedere “dove erano gli indignati quando la Gam, la Itierre o lo Zuccherificio chiudevano i conti in rosso ma continuavano ad assumere e in Consiglio regionale si spendeva e si spandeva senza controlli?”.
Bisogna avere la faccia di bronzo per affermare (loro, sic!) che “migliaia di molisani, per anni (sono stati) illusi da una politica attenta solo al consenso elettorale piuttosto che alla crescita della Regione”. Peccato che i molisani hanno perso, o forse non hanno mai avuto, la memoria storica per cui questi saltimbanchi si sentono in diritto di dire e disdire qualsiasi cosa. Ma Frattura non è stato sempre uomo di destra che ha costruito le sue fortune, anche politiche, all’ombra di Iorio? E Cotugno non è il presidente uscente di FINMOLISE, cognato di Patriciello (europarlamentare del PDL) e Mario Pietracupa, Presidente del Consiglio regionale nelle precedenti legislature a presidenza Iorio? E Vincenzo Niro, al di la delle altre questioni note ai molisani, non è il presidente uscente della prima commissione che ha approvato i provvedimenti in favore di tutte quelle aziende decotte e a gestione clientelare?
Scarabeo, proveniente dalla destra, non è colui che nel 2008, dopo essere approdato alla Margherita, fece un nuovo salto della quaglia andando a sostenere in consiglio regionale la maggioranza di Michele Iorio per poi allontanarsene nuovamente nel 2010? E Di Nunzio, sempre uomo di destra, non era il segretario provinciale dell’UDC e poi dell’ADC, partiti che hanno sempre governato con Iorio? Io so dov’ero il 23 dicembre 2003 quando l’attuale vicepresidente della Giunta chiedeva una legge per l’intervento fideiussorio tramite FINMOLISE, di 5 milioni di euro in favore della MOLISANA. Da solo votai contro quella legge sostenendo che stavamo buttando soldi. Infatti l’azienda fallì. Non sono certo io ad essere andato a Venafro, a Larino, ad Agnone a promettere che gli ospedali non sarebbero stati chiusi. Nel 2002, quando tutto il centrosinistra si batteva contro la unica ASL, mi schierai per questa soluzione e chiesi la immediata riorganizzazione della rete ospedaliera e della medicina territoriale.
Se lo avessimo fatto avremmo risparmiato un miliardo di debito ai molisani. Oggi arrivano a scadenza le cambiali politiche contratte da Frattura & co: infatti, mentre chiudono gli ospedali di Venafro e Larino, e si tagliano i posti letto alle strutture pubbliche, si favoriscono in modo indecente e sconsiderato quelle private. Aziende che interloquiscono con la Regione tramite il loro legale di fiducia che è consulente, in materia di sanità, del Presidente. Mi sono sempre opposto a finanziamenti e salvataggi di aziende decotte che non avevano alcuna prospettiva mentre altri, anche di centrosinistra, andavano a trattare sottobanco con Iorio. Da almeno quindici anni denuncio la politica che ha trasformato il Molise in una sorta di paese da socialismo reale e la impellenza del superamento di un modello di sviluppo totalmente dipendente dagli investimenti pubblici.
Non è mai stato raccolto da alcuno l’invito a creare le condizioni per attrarre investimenti privati, contando su una pubblica amministrazione agile, rapida ed efficiente, di servizi qualificati alle imprese, infrastrutture moderne, convenienza fiscale, lotta alla criminalità per garantire la sicurezza del territorio, facilità di accesso al credito ed applicazione di interessi in linea con quelli di altre regioni e superamento dei contributi in conto capitale. Così come è sempre stato disatteso l’invito a dotarsi di un piano di fuoriuscita dalle aziende partecipate e impegnarsi a rimettere in piedi da capo un nuovo welfare. Mentre scrivevo e mi battevo per queste cose, gli attuali consiglieri, di maggioranza e di minoranza, per accaparrarsi i voti andavano a promettere soluzioni impossibili per le aziende partecipate e magari altri posti di lavoro a schiere di disoccupati disperati.
Deve avere proprio le idee ferme e chiare il Presidente, che il giorno prima dichiara che la Regione non caccerà più neanche un euro senza un serio piano industriale dell’azienda ed il giorno dopo delibera 2 milioni di euro per la GAM ed altri 25 milioni per il suo rilancio. Il piano deve essersi materializzato nella notte. Ma vi pare logico e corretto nominare consulente della Regione per le aziende partecipate (perciò anche quella di Boiano) il legale di fiducia di un ex proprietario che ha portato l’azienda al disastro? Ma i molisani hanno o no il diritto di sapere con certezza dal Presidente, non a giorni alterni, se e come la GAM ha prospettive produttive ed occupazionali stabili e durature senza che la Regione intervenga con ulteriori risorse finanziarie? Il guaio è che anche di fronte allo sfacelo si continua con logiche consunte e clientelari, si aumentano a dismisura le tasse ai molisani, a conservare i privilegi, a foraggiare gli amici con consulenze, a mantenere consigli di amministrazione (emblematica è quella per l’autostrada). E’ questa la classe dirigente seria e responsabile che deve governare il Molise?
Domenico Di Lisa
dilisadomenico@tin.it