altTERMOLI _ Nei giorni scorsi il Ministero della Pubblica Istruzione ha distribuito presso le scuole italiane, incluse quelle di Termoli, un documento riguardante la raccolta dei dati degli alunni in base alla nuova normativa della privacy (D.Lgs. 30/6/2003 n° 196). Tra i vari caratteri in base ai quali dovranno essere classificati gli studenti figurano le “origini razziali ed etniche”, come è specificato a pagina 4 del documento.
Tale tipologia di dati è specificata di nuovo leggendo più avanti nella stessa pagina: tra i tipi di dati trattati, infatti, come “origine” si richiede di indicare sia quella “razziale” sia quella “etnica”. Lo sconcerto degli insegnanti e degli stessi studenti che a Termoli si sono visti recapitare tale documento è stato tangibile.
Perché, se a livello scientifico tale termine “non è termine tecnico se non in zootecnia” (fonte: Wikipedia, “Razza”),
per la legge italiana questo termine è associabile anche all’essere umano.
Controllate tutte le leggi indicate su questo documento, sono risultate non solo di recente redazione, ma tuttora effettive nel nostro ordinamento.
E’ lecito dunque domandarsi: come può lo Stato italiano che tanto ha subito e perso a causa delle lotte razziali utilizzare tale lessico? Lessico, è bene ribadirlo, scientificamente errato, poiché per quanto riguarda gli esseri umani è corretto parlare di “etnia”, di “popolazione”, ma non di razza. Si è lottato tanto per eliminare ogni distinzione razziale, anche solo a livello concettuale. E’ dunque accettabile una tale legislazione?
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