Al Cinema ODDO, dal 25 novembre al 9 dicembre 2021, torna la visione di pellicole selezionate.
TERMOLI – Come riannodare i fili di un discorso interrotto all’improvviso quasi due anni fa, riproponendolo oggi mentre tutto fuori e dentro di noi è mutato? Come rimettere al centro della vita cittadina il lavoro culturale, necessario come l’aria nei tempi che viviamo?
È nell’intreccio di queste (grandi) ed altre (più piccole) domande che la Rassegna Cinematografica cittadina Tempi Moderni riapre i battenti. Per ora con tre pillole, un assaggio di ciò che, se le condizioni lo permetteranno, potrà essere il prosieguo dei lavori per l’anno che viene. Tre pillole, un grande imperdibile, un classico, una piccola gemma rara: è lo stile delle proposte che sin dal suo inizio nel 2016 sono al centro del progetto Tempi Moderni, giunto con questa alla sua nona edizione.
Si inizia giovedì 25 novembre con Qui rido io, di Mario Martone (Italia 2021, con Toni Servillo e Maria Nazionale): la vita e l’arte di Eduardo Scarpetta, geniale commediografo e attore di successo. Un affascinante racconto biografico e un affresco sulla scena teatrale e culturale napoletana.
Poi, il 2 dicembre, è la volta del grande classico, un doveroso omaggio a cui il pubblico di Tempi Moderni è ormai abituato, The elephant man, di David Lynch (USA 1980, con Anthony Hopkins, John Hurt e Anne Bancroft): la storia vera di John Merrick, uomo affetto da una grave malattia rara, dotato di un animo gentile e di una vivace intelligenza. Si tratta del film che lanciò la carriera di David Lynch, ambientato in una Londra di sapore dickensiano. Visivamente affascinante, una grande pagina di cinema. Un vero Capolavoro.
Infine, giovedì 9 dicembre, Non odiare di Mauro Mancini (Italia 2020, con Alessandro Gassman e Sara Serraiocco): uno stimato chirurgo di origine ebraica decide di non prestare soccorso a un neonazista, iniziando così un viaggio nel dubbio e nell’inquietudine. Un film italiano coraggioso e intenso, realizzato con grande intelligenza, una delle opere più importanti e originali del nostro cinema recente.
Siete stati in tanti ad averci chiesto, in questi mesi, «ma quando ricomincia Tempi Moderni?» a dimostrazione del fatto che c’è, diffusa ma per lo più inascoltata, una grande sete di cultura buona e di qualità anche nei nostri territori. Di un lavoro culturale autentico, che aiuti a farsi le domande giuste, fondamentali quando il cambiamento è epocale come oggi. Di un lavoro culturale pensato anche come impegno di animazione delle nostre comunità tanto fragili e quasi abbandonate, attraversate ancora da così tante paure e distanze …
Con la cultura, abbiamo detto tempo fa quando ci siamo dovuti fermare, possiamo ripartire! Ora Tempi Moderni c’è, pronto a tornare in sala con queste prime tre pillole: che la via d’uscita passi anche e soprattutto per la cura del nostro immaginario stanco e delle nostre emozioni ferite!