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TERMOLI – È parsa quasi una serata all’insegna della celebrazione del dibattito pubblico Termoli 2020 quella tenutasi ieri sera, presso la sala consiliare del Comune di Termoli. Soprattutto ascoltando il tenore degli interventi e le impressioni che se ne potevano trarre. A far gli onori di casa, oltre il sindaco Angelo Sbrocca, trovano posto in presidenza il governatore Paolo Di Laura Frattura ed un dirigente dell’ANAC, Alberto Cucchiarelli. Ovviamente, presente anche il garante del dibattito pubblico, Marco Olivetti, inoltre il direttore della rivista CIVILTÀ DEL CANTIERE, Alfredo Martini ed il referente pubbliche relazioni della SOGIN, Federico Colosi.
Ci sono parsi davvero stranianti alcun interventi e le considerazioni che ne discendevano. Si è avuta la netta sensazione che il giudizio delle comunità, secondo costoro, deve sempre e comunque essere subordinato alle scelte amministrative, che restano in assoluto migliori e indiscutibili, quasi dogmatiche.
Lo stesso dibattito pubblico, che non concedeva alcuna opzione “zero” alla cittadinanza, è stato chiaramente uno strumento figurativo e di fatto poco partecipativo. Anche la tardiva ammissione da parte del garante sul fatto che sono stati certamente commessi degli errori nei procedimenti, non giustifica in alcun modo lo zelante ancoraggio di questa amministrazione ad uno strumento che non risolve in nessun modo una scelta controversa, dannosa e inutile per la città.
Il governatore Frattura va giù duro contro i comitati spontanei, stizzosamente definiti “senza figura giuridica ed autoreferenziali”. A parte il fatto che i comitati referendari sono strumenti istituzionali (a differenza del dibattito pubblico, i comitati sono già normati nell’istituto del referendum cittadino, di cui il Comune di Termoli si è dotato da tempo statutariamente); a parte il fatto che anche consiglieri comunali hanno rappresentato in assise opposizione a questa opera (ed essi sono certamente rappresentanti istituzionali), ma poi, cosa c’entra con la spontaneità dell’azione democratica di una comunità? Forse che per esprimere opposizione o giudizi contro le scelte amministrative bisogna essere “istituzionalizzati” o avere “figura giuridica”?
Ci pare, dunque, davvero una boutade quella del governatore, che dimostra di essere forse poco informato della situazione termolese. Soprattutto quando afferma che l’amministrazione aveva nel programma elettorale questo progetto (a dire il vero non risulta!) e dunque, a suo giudizio bisogna accettare ineluttabilmente le scelte di chi governa. Questo è quello che piacerebbe ai governi autoritari…
Afferma, inoltre, che il privato che investe porterà solo benefici e ricchezza alla nostra comunità. Forse, anche qui, poca conoscenza del governatore sul project financing stipulato con il privato, che avrà solo benefici, mentre alla cittadinanza non resterà un bel nulla. Ovviamente, se ne guardano bene i relatori dallo sbandierarlo ai quattro venti.
La verità è che, al di là di dibattiti pubblici da rendere strutturali in queste procedure, lo strumento normato esiste già a Termoli ed è il referendum cittadino: perché dunque non implementarlo? Se il Sindaco è così sicuro che la cittadinanza sia favorevole al tunnel ed alle opere annesse (ha persino dichiarato pubblicamente di aver commissionato sondaggi che confermano questa tesi) perché non lo indice?
A quel punto sarebbe davvero l’ultima parola sulla realizzazione o meno di questa opera. E non è vero, come afferma Olivetti, che il referendum (a cui dichiara a mezza bocca di essere pure favorevole) assuma un significato meramente “distruttivo”. La democrazia è un esercizio faticoso, ma non distruttivo, soprattutto perché sempre più spesso rappresenta il punto di vista delle collettività contro le particolarità. Se ci sono interessi individuali e faziosi, è giusto che vengano spazzati via e quale miglior arbitro del popolo stesso.
Il dibattito pubblico potrebbe semmai essere uno step successivo per rendere concretamente migliorativa l’opera, ma solo dopo che si è democraticamente e collettivamente deciso se realizzarla o meno. In fondo non parliamo di una rotonda o di una fontanella!In un paio di interventi dal pubblico (gli unici) a fine conferenza, da parte del prof. Nino Barone e dell’architetto Enrico D’Errico, qualche strumentalità è stata anche rimossa.
Da segnalare, infine, l’invito ufficiale recapitato al Sindaco al prossimo incontro del Comitato NO TUNNEL, che si terrà presso la sala S Timoteo il prossimo lunedì 20 marzo. Il dibattito, lungi dall’esser concluso, tra la gente continua.