FuoriTunnelFesta2017
Galleria fotografica della Festa Fuori dal Tunnel al pozzo dolce
TERMOLI – E dunque i “«professionisti del sociale»”, come vengono definiti con disprezzo da qualcuno, hanno colpito ancora. Ed hanno fatto centro, a quanto pare
La seconda festa “Fuori dal tunnel”, ieri sera al Pozzo Dolce, è stata infatti un successo: di partecipazione, di allegria, di buona musica, di affettuoso ricordo per la nostra Nadia, di poesia in vernacolo, di gioia di stare insieme condividendo obiettivi e voglia di cambiare.

Abbiamo dimostrato, con buona pace di quelli che non riconoscono il diritto al dissenso, che è possibile restituire a costo zero ai cittadini i luoghi che a loro appartengono, che si può rivitalizzare senza stravolgere e cancellare l’anima, che si può riunirsi e parlare della propria città vivendolo come dovere civico ma con allegria.
La festa di ieri, che ha riportato vita e colori ad uno dei posti senza dubbio più belli di Termoli, da troppo tempo lasciato al degrado, ha saputo unire memoria, ironia, indignazione civile, divertimento e impegno senza diventare retorica: non sono mancati momenti di commozione, con il volo dei palloncini rossi che portavano in alto i nostri nomi nel ricordo dell’amica combattente, ma la nota dominante è stata la leggerezza. Perché si può lottare restando allegri e umani, cosa che per altri forse è difficile, se non impossibile…
Abbiamo raccolto firme per le dimissioni del sindaco, abbiamo guardato insieme le foto dei Luoghi dell’Abbandono, provando rabbia e sconcerto nel constatare quanta parte della città viene lasciata morire nell’incuria;  siamo rimasti ancora una volta sgomenti nel rivedere le tavole con le fasi del progetto che vuole snaturare definitivamente la nostra memoria storica  e civica, nel nome della privatizzazione del bene comune territorio; abbiamo risentito  le bugie clamorose pronunciate senza vergogna da sindaco e assessore nei vari programmi televisivi locali. 
La musica ha accompagnato tutti i momenti della festa, insieme alle parole degli attivisti che richiamavano via via le tappe della lotta al tunnel. E il dialetto di Termoli ha riportato tra noi sia chi non c’è più sia quello che rischia di non esserci più: il volto della città.
E’ stata una bella serata in compagnia; ma guardare proprio dal Pozzo Dolce il tramonto infuocato che si spegneva nel mare è stata la spinta più efficace a riconfermare la nostra volontà di continuare a contrastare l’assurdità e l’ingiustizia della “riqualificazione”, decisa da chi non rispetta idee diverse dalle sue e pretende di trattare la città come una qualsiasi proprietà privata. Perché constatare di nuovo di persona la bellezza di ciò che stai per regalare ad un privato rinfocola indubbiamente la rabbia contro l’enormità di questo assalto.
Ma come si può amministrare se non si capisce che i luoghi hanno un’anima e una storia? Come si può rappresentare i cittadini se si ignora che una città è un corpus vivente fatto di urbanistica e di società indissolubilmente intrecciate? E che le pietre, le strade, gli alberi (soprattutto!) parlano la lingua della memoria collettiva?
A questa insensibilità vogliamo contrapporre l’importanza vitale dei ricordi e dei sentimenti, sui quali, se condivisi, si costruisce ciò che si definisce”identità”. E che non è la difesa sterile del passato o del proprio modo di pensare, ma la sintesi paziente e condivisa di ciò che un luogo è stato con la visione lungimirante di ciò che potrà essere, anche per tutti coloro che da ovunque vorranno venire ad abitarlo
Trovandovi però rispetto per le regole democratiche, tutela dei beni comuni, partecipazione e discussione (non dibattiti pubblici rivisitati e corretti ad usum delphini). E infine decisioni condivise.
La Termoli che vogliamo, insomma. E che abbiamo ben chiara negli occhi e nel cuore, checché ne dica qualcuno.

COMITATO E COORDINAMENTO NO TUNNEL
Articolo precedenteTutto pronto per il Palio del Mediterraneo
Articolo successivoEsplode bombola gas in un camping, 56enne ferito