Per l’ex sindaco Sbrocca, “la realizzazione del Tunnel di Termoli è una scelta obbligata”. La risposta di Vincenzo Iacovino, legale del Comitato No Tunnel: “Si voleva opera con vizi di legge”.
TERMOLI – È botta e risposta tra l’ex sindaco di Termoli Angelo Sbrocca con il Pd della città e il Comitato No Tunnel con i legali: gli avvocati dello studio Iacovino.
“Credo sia una scelta obbligata fare il tunnel altrimenti le conseguenze potrebbero essere ancora più gravi della perdita dei 4 anni di tempo che hanno lasciato questa città senza un piano di riqualificazione del centro”. Lo dichiara l’ex sindaco di Termoli Angelo Sbrocca, nel pomeriggio del 12 aprile, in Piazza Sant’Antonio nel corso della conferenza stampa del circolo cittadino del Pd all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato.
“Adesso la palla è al Comune di Termoli, alla sua Amministrazione, per vedere cosa vuol fare – prosegue Sbrocca, oggi consigliere di minoranza – E la palla non è all’impresa perché ha già detto che vuole effettuare l’opera. Ci sono due livelli su questa sentenza e sulle conseguenze. Il primo nei confronti del comitato che ha promosso questo ricorso al Tar e che il Comune aveva già detto che era carente di legittimazione passiva davanti al Tar. Poi lo stesso Comune non ha fatto appello alla sentenza del Tar revocando una nostra delibera di Giunta e rimanendo così senza far nulla perché non ha provveduto né a revocare i provvedimenti amministrativi relativi al progetto di finanza, e credo che oggi non possa più farlo, né altro, e l’auspicabile inizio dell’opera porterà sicuramente un aggravio di spese e queste chi è che le paga: sicuramente i cittadini”.
Secondo il Pd della città “l’ipotesi di una variante, un progetto senza tunnel, non è possibile in quanto comporterebbe la necessità di una nuova evidenza pubblica. Credo che il Comune oggi abbia un bel problema”.
E la risposta del Comitato No Tunnel non si è fatta attendere. Gli esponenti dell’associazione, insieme agli avvocati con Vincenzo Iacovino, in piazza Sant’Antonio hanno illustrato le iniziative all’indomani della decisione del Consiglio di Stato sul Tunnel di Termoli. Nino Barone, portavoce del Comitato: “La battaglia non si ferma anche perché ci sono tutti i presupposti per continuare. Io vorrei ricordare, agli smemorati termolesi, che questa battaglia, durata quattro anni, in qualche modo ci ha visto raccogliere 3000 firme con una petizione popolare, ci ha visto presentare due atti di significazione con 50 firme di persone che hanno mandato le loro rimostranze alla Procura della Repubblica. Voglio ricordare ancora – prosegue il portavoce del comitato – la battaglia che abbiamo sostenuto per ben due volte con un’amministrazione comunale che ha negato il referendum popolare. Quindi questo per dire che noi siamo ancora pronti per sostenere tutti quei termolesi che vogliono la verità”.
Giulio Botteri, sempre a nome del Comitato aggiunge: “Perché non tutto ciò che è bene comune è bene del Comune. Quindi ciò che si può fare deve passare legittimamente attraverso una volontà popolare, che deve poi ricadere nei Consigli Comunali dove un’amministrazione seria e consapevole deve far sì che l’espressione dela volontà popolare possa poi essere ricostruita. Non sono i progetti che cambiano le città sono i cittadini che cambiano le città. Questo vorrei ricordare a chi pensa che un parcheggio possa essere un progetto di sviluppo”.
“Qui si voleva realizzare un’opera in assenza dei presupposti di legge e questo non deve passare inosservato” dichiara l’avvocato Vincenzo Iacovino. “Quella sentenza che ha accolto le nostre richieste è stata annullata per un mero vizio procedurale lasciando intatto il merito a cui si fa finta di non prestare attenzione – prosegue -. È stato dimostrato che per fare il tunnel si è dovuta fare una variante al Prg. Per legge, quando si muta uno strumento urbanistico c’è bisogno della Vas a pena di annullabilità. Abbiamo rilevato dei vizi rilevanti di violazione di legge: ovvero la Via e Vas non erano necessarie. Rispetto a questo bisognerà prendere provvedimenti nei confronti di coloro che hanno recepito gli atti, anche comunali, in assenza dei presupposti di legge”.
Iacovino invita Regione Molise e Comune di Termoli “a valutare con molta attenzione i vizi accertati dal Tar, tuttora in essere, che noi porteremo all’attenzione della Procura della Repubblica. Domani depositeremo una denuncia in cui sottolineeremo che c’è un progetto realizzato e che ci sono soggetti della pubblica amministrazione i quali, contrariamente alla legge, hanno ritenuto l’opera non necessitasse di Via e Vas. Noi sì che saremo vigili e denunceremo tutto e tutti”.
Rispetto alla questione risarcimento danni, l’avvocato Iacovino conclude:”Quale danno ci sarebbe rispetto a un vizio di legge che avrebbe dovuto comportare l’arresto immediato di quell’opera”.