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Secondo appuntamento pubblico sul tunnel: i comitati alzano il tiro.
TERMOLI – Grandissima e variegata partecipazione al secondo appuntamento pubblico promosso dai comitati referendari e dal coordinamento No Tunnel, forse addirittura inaspettata per gli stessi organizzatori. In tanti è stato perfino complicato accedere nella sala S. Timoteo tanto era gremita. Segno è che ormai il dissenso “militante” verso quest’opera serpeggia e si fa sempre più rilevante, in città e tra la gente.
Pare giunta l’ora di alzare il tiro per i comitati, contro un’amministrazione sorda e assolutamente antidemocratica – “un mix di interessi e di perfidia” come è stato dichiarato in assemblea.
Due importanti azioni, infatti, sono state lanciate in assemblea: una invero già avviata, ovvero, un atto di diffida contro l’amministrazione e poi la realizzazione di una grande manifestazione a Termoli.
Riguardo l’atto di diffida, inviato a svariati enti ed organismi di controllo, al fine di renderlo più fruibile ai cittadini, i comitati hanno diffuso in sala un documento (ATTO DI SIGNIFICAZIONE O DIFFIDA: ECCO LE IRREGOLARITA’ DENUNCIATE) in cui vengono, in estrema sintesi, spiegate le ragioni secondo cui l’opera non potrebbe essere affatto realizzata. L’intero procedimento, infatti, risulterebbe gravemente viziato da conflitti di interessi, omissioni ed irregolarità tali che renderebbero l’intervento non aggiudicabile e non contrattualizzabile, in ultima analisi, inattuabile.
Per non parlare del conflitto col piano del traffico redatto dall’architetto Nicola D’Errico, già regolarmente depositato in Comune; mancano poi le varianti urbanistiche ai Prg, i cambi di destinazione d’uso di alcune aree, delle serie indagini geo-morfologiche, sussistono, inoltre, criticità e vincoli paesaggistici, faunistici ed archeologici.
A fronte di tutte ciò, l’amministrazione e l’impresa invece scalpitano per far partire i lavori.
Quando poi i relatori dei comitati hanno illustrato la vera natura dell’opera e come questa si struttura nella realtà, era palpabile la rabbia e l’indignazione nei volti di moltissimi dei presenti. Risulta evidente che questa amministrazione ha gravemente occultato alla cittadinanza alcune importanti peculiaritàdi questo progetto. Davvero in pochi, infatti, sanno come questa “riqualificazione” – che non è altro che la costruzione di un “centro commerciale” sul mare – dovrebbe svilupparsi sul territorio
La stessa ricostruzione in video e l’opuscolo colorato del tanto decantato “dibattito pubblico” sono fuorvianti e non veritieri. Sono state mostrate in sala le cartine del progetto e delle varie opere in calcestruzzo che alla fine verranno edificate: la quasi totalità apparterrà all’impresa che dovrà realizzare l’opera (stiamo parlando di vari livelli di box e posteggi, di locali commerciali, di residence, dell’auditorium. ecc. ecc.).
L’amministrazione sta praticamente regalando al profitto di un privato l’intera piazza S.Antonio e le aree limitrofe. Su una decisione di questo genere, così impegnativa e così rilevante per la città, il sindaco non ha neppure sentito l’esigenza di chiedere ai cittadini se fossero d’accordo, anzi, se fosse stato realmente democratico, avrebbe dovuto indirlo lui stesso un referendum cittadino.
Insomma, i comitati stanno sul piede di guerra. Moltissimi poi gli interventi e le richieste di chiarimenti da parte del pubblico
Ad ogni modo la chiamata alla mobilitazione per la realizzazione di una grande manifestazione a Termoli pare davvero trovare tutti d’accordo in sala: in effetti, è sempre questa la strada maestra per riappropriarsi dei propri diritti democratici e del proprio territorio. Questo almeno dice la storia.
Atto di significazione o diffida:ecco le irregolarità denunciate
(Firmato dall’assemblea dei Comitati Referendari e il Coordinamento No Tunnel)
1) La delibera n. 50 del 17 marzo 2015, con la quale la Giunta Comunale di Termoli ha incaricato l’Ing. Matteo Caruso, dirigente del settore Lavori Pubblici, della redazione del progetto preliminare per l ‘utilizzo dei 5 milioni di euro assegnati dalla Regione, è da considerarsi gravemente irregolare e probabilmente in contrasto con il Codice degli appalti, perché:
a) il parere di regolarità tecnica alla base della delibera è stato rilasciato proprio dall’ingegner Caruso, che risulta tecnico incaricato della delibera per la progettazione;
b) l’ingegner Caruso è nominato inoltre Responsabile Unico del Procedimento, e come tale ha il potere di scegliere anche i professionisti esterni che avranno funzioni di supporto e progettazione: sul dirigente dei Lavori Pubblici vengono a confluire diversi ruoli, con grande confusione e conflitto di interessi; il DPR 207/2010 vieta espressamente che il responsabile del procedimento possa svolgere le funzioni di progettista o di direttore dei lavori nel caso di interventi di importo superiore a € 500.000,00, somma qui abbondantemente superata;
c) non viene chiesto il parere anticipato del servizio tecnico finanziario, necessario per utilizzare denaro del Comune;
d) Viene concessa al responsabile del procedimento (sempre la stessa persona) l’autorizzazione a stipulare contratti entro i 40.000 euro per indagini geologiche e antisimiche, la cui regolarità ed efficacia saranno attestate sempre da lui stesso: chiaramente illegale.
Per le analisi, inoltre, viene fissato un limite temporale ridicolo, 30 giorni, che non consentirà mai accertamenti precisi e approfonditi.
2) Anche la successiva delibera di Giunta del 25 giugno 2016, che approva in via preliminare il progetto del tunnel, appare vistosamente incompleta e priva dei pareri e delle autorizzazioni degli organi competenti per quanto attiene alle zone faunistiche paesaggistiche e protette e alle aree con vincolo idrogeologico e archeologico che il progetto va a toccare.
3) Questa delibera contiene anche punti contraddittori, segnalati alla Corte dei Conti, nell’individuazione delle risorse necessarie: prima di parla di risorse comunali e poi viene previsto l’intervento di terzi per un cofinanziamento. L’individuazione del cofinanziatore viene naturalmente affidata al responsabile unico del procedimento.
4) Ma la cosa più grave è il fatto che fino a questo punto negli atti si parla solo di tunnel; solo il 27 luglio 2015 la Giunta chiede alla Regione, con delibera n.196, la riformulazione dell’intervento introducendo il parcheggio multipiano in Piazza Sant’Antonio e il recupero del parcheggio multipiano di”Pozzo Dolce”. Anche questa decisione è stata presa dal dirigente Lavori Pubblici, nonché Responsabile Unico de Procedimento, nonché incaricato del parere tecnico (ovviamente favorevole!).
Qui comincia a definirsi un intervento completamente diverso da quello del semplice tunnel, e per capire i giochi dobbiamo tornare ad una delibera del settembre 2014, che autorizzava il tecnico comunale a iniziare la ricerca di un cofinanziatore per realizzare appunto i due parcheggi: qui compare per la prima volta la magica parola “riqualificazione “ urbana e ambientale della superficie di Piazza S.Antonio con il litorale nord.
E’ evidente che tutto questo non era sicuramente assimilabile alla costruzione del tunnel né poteva essere visto come ad esso collegato.
Invece nella delibera del luglio 2016 i due interventi vengono definiti opere strategiche e complementari, e viene introdotta la metodica della finanza di progetto. Si tratta chiaramente di una illegittimità, perché i due progetti sono nettamente distinti, e servono quindi ex novo tutte le autorizzazioni richieste per il solo tunnel, già in parte mancanti..
5) Il promotore finanziario per il progetto viene cercato prima che la Regione approvi il progetto. Negli atti deliberativi del responsabile del procedimento non viene indicata la data dell’avviso per la ricerca del cofinanziatore, né i termini di pubblicazione e presentazione della proposta. Non si sa quindi se è stato rispettato il principio della massima partecipazione e concorrenza, e guarda caso perviene una sola proposta! Per di più esaminata e dichiarata di pubblica utilità sempre dal solito ingegnere responsabile unico del procedimento.
E’ chiaro che la brevità del tempo per la presentazione dell’offerta, i vincoli territoriali, la complessità dei siti coinvolti hanno fatto sì che nessun altra ditta presentasse proposte
6) La gara per l’affidamento si apre il 25 novembre, con scadenza 3 febbraio; il promotore (ditta De Francesco) è avvantaggiato perché conosce bene il progetto a base d’asta.
7) Ma il progetto definitivo presentato è diverso da quello originario, e viene nominata una commissione, scelta e presieduta dal Segretario Comunale, per valutare l’offerta.
Dai verbali di commissione risultano gravi erroneità di procedura, difformità gravi rispetto al progetto originario, che avrebbero richiesto nuove autorizzazioni e nuove indagini idrogeologiche e archeologiche. La commissione conclude facendo rilevare che la ditta non ha chiarito le osservazioni formulate e che sussistono criticità paesaggistiche, culturali, architettoniche e archeologiche da risolvere. Risulta quindi chiaro a tutti che il progetto era irregolare, non attuabile e non aggiudicabile
8)La zona interessata dal progetto poggia su base granitica, come rilevato in passato, e manca l’indagine geomorfologica attinente.
9) la zona tocca il Borgo Vecchio, tutelato dalla Soprintendenza, che non ha rilasciato alcuna autorizzazione.
10) L’intervento è in totale contrasto con il Piano del Traffico redatto dall’Arch. D’Errico, regolarmente affidato e depositato al Comune, che non può essere ignorato né risulta oggetto di variante.
11) Manca la modifica di destinazione d’uso per la zona di Pozzo Dolce, nonché la variante al PRG (di competenza del Consiglio Comunale, mai convocato) e le analisi geomorfologiche e archeologiche della zona.
12) E’ stata impedita per mesi la convocazione del Consiglio Comunale, come pure la consultazione dei cittadini a mezzo referendum consultivo.
E’ evidente che in presenza di tali gravi irregolarità l’intervento non può essere aggiudicato in via definita e contrattualizzato. E invece i lavori stanno per partire… Cittadini, svegliamoci e impediamo la devastazione di Termoli!