
A dieci anni di distanza, chi vuole spiegarci la responsabilità politica del fallimento di un progetto mai realizzato? La Regione cinque anni fa sborsò 8 milioni di euro, all’interno dell’ormai famoso art. 15 per la ripresa economica del Molise, per entrare in società con un’azienda privata proprietaria di un catamarano al fine di garantire il collegamento fra Termoli e la Croazia per il trasporto veloce di persone (attivo nei mesi estivi) e di merci e autocarri (fruttifero12 mesi dell’anno) dal Molise all’altra sponda dell’Adriatico. Ma la società mista che doveva occuparsene è stata sciolta d’ufficio dal Tar per irregolarità palesi nella scelta del socio privato, e alla Regione è rimasta sul groppone una nave che da allora è ferma in porto (salvo qualche viaggio sperimentale privo di ritorno economico) e che solo per spese di manutenzione ed equipaggio costa alla Regione oltre 300 mila euro l’anno.
Inoltre, lo scafo in questione – il Termoli Jet – può trasportare esclusivamente persone in quanto imbarcazione di categoria passeggeri e dunque è inidonea al trasporto anche di merci ed autocarri: il tanto acclamato collegamento veloce per il trasporto di merci e autocarri non è e non sarà realizzabile. Almeno, non stando alla scrittura del bando di gara e neppure stando alle condizioni strutturali del porto di Termoli, sia quanto al dragaggio che alla realizzazione del molo. Non vorrei che si ripetesse la liturgia delle promesse pre-elettorali, soprattutto quando coloro che hanno già avuto la possibilità di realizzarle le hanno platealmente disattese. Una seria progettazione di quegli stessi fondi avrebbe consentito a Termoli, in questi anni, un vero salto di qualità nell’ambito di quella offerta turistica di cui tutti parlano ma che nessuno appare realmente disposto ad attuare” è quanto ha affermato in una nota Erminia Gatti, candidato sindaco di Termoli.