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Da Milano a Termoli passando per Roma e Napoli.
TERMOLI – Partito da Milano, con Lisa, alle sette del mattino. Ospite di mio fratello a Roma per tre giorni. L’interno del Colosseo dopo una fila di oltre due ore. Moltitudine di francesi e inglesi e qualche calabrese o siciliano. Con la visione dei due quadri di Caravaggio nella chiesa di S. Luigi dei Francesi si conclude il soggiorno romano.
Il giorno dopo, proseguo per Napoli. Il carissimo Alberto, amico e collega dei tempi dell’università, mi coccola per due giorni portandomi a visitare la “nuova Napoli” e a mangiare in locali particolari. Ho rivisto anche la Pizzeria 22 alla Pignasecca, poco frequentata da studente.
Il terzo giorno arrivo a Termoli: treno più pullman fino a Campobasso. Ospite degli amici Tony e Antonella.
Tre città diverse per riscoprire i valori delle amicizie e per vedere se “stavano tutti bene”: A differenza del film di Tornatore, il mio viaggio è stato positivo. Viaggiare per riscoprire i ricordi della memoria, le cose non dette che liberano i fantasmi della fanciullezza.
A Roma ci mancavo da una decina d’anni. Non l’ho trovata molto cambiata. Lo stesso caos, l’arroganza di sentirsi sempre caput mundi, le sue fontane e i monumenti circondate da stranieri interessati alle pietre sparse casualmente con saggezza storica. Sono tornati i centurioni a custodire il Colosseo insieme a militari veri muniti di fucili mitragliatori. Inglesi, francesi, tedeschi, cinesi, giapponesi, polacchi e russi, si sentono più sicuri. E anche i romani! Ma, nonostante la metropolitana funzioni a pieno ritmo, i collegamenti di superficie sono sempre in ritardo e pieni di gente che si attacca letteralmente alle portiere per restare sopra il mezzo pubblico
A Napoli, invece, mancavo da oltre vent’anni. I suoi abitanti si sono svenati per costruire le tre linee della metropolitana. Oggi la città è collegata in lungo ed in largo. Scavando fino a oltre cinquanta metri sotto la superficie, si è arrivati fino alla collina del Vomero. Già interessata per gli interventi precedenti a causa della sua estesa rete fognaria, è stata soggetta a lunghe penetrazioni trasversali per collegare piazze come quella di Vanvitelli, dei Colli Aminei o Corso Vittorio Emanuele. Scale mobili con una pendenza anche di oltre 45 gradi, superano i dislivelli imposti dalla topografia del terreno formato prevalentemente di tufo giallo. In alcune stazioni, resti archeologici, sono stati utilizzati per ricoprire le pareti. Mosaici, disegni e gigantografie narrano la storia della città. Particolare rilievo assume la stazione di Toledo : nel soffitto, in corrispondenza della scala mobile, è stato operato un foro a forma tronco conica con la base in basso e un’apertura in alto coperta da una cupola di cristallo; le pareti, rivestite di luce calda al Led, creano un effetto luminescente che cambia continuamente colore. Insomma, Napoli, è diventata una città nuova, ordinata ed efficiente. Spaccanapoli e il famoso Vicolo dei Pastori, completamente pedonalizzati, la sera si riempiono di tavolini all’aperto, con i prodotti e le specialità tipiche di una città che è uscita dal suo incubo borbonico e aragonese, per diventare a pieno titolo una città moderna con ambizioni internazionali.
Dopo queste tre città, il mio paese, Termoli, coperto sempre dai suoi vecchi e non risolti problemi, mi è sembrato ancora più piccolo, quasi angoscioso. Scandali provenienti dalla Regione Molise che si ripercuotono di riflesso sui politici locali. Uno scontento diffuso pervade la popolazione. Sempre gli stessi problemi: il tunnel, la ferrovia, quell’orribile Corso Nazionale che sembra veramente il Deserto dei Tartari. Non c’è voglia di cambiamento. Viene criticato tutto quello che si fa. In questo modo anche se si opera qualche scelta razionale e utile non viene apprezzata né compresa. Il paese murattiano, quello fuori le mura del Borgo Vecchio, versa in un qualunquismo senza uscita. Estirpati quei pochi alberelli di oleandri del Corso principale, si pensa di ripristinare il verde nell’unico spazio interessante: dove era la Vecchia Villa Comunale.
MILANO, ROMA, NAPOLI. Tre città diverse una dall’altra, tre città che hanno risolto il problema del traffico cittadino scavando nel sottosuolo.
Milano lo ha ridotto ad una groviera. coprendo la maggior parte del suo canali navigabili.
Roma ha sacrificato i sette colli e i resti archeologici che, però, è riuscita a salvare per la maggior parte.
Napoli si è inerpicata fino alla collina del Vomero e ha operato in un sottosuolo accidentato e già scavato, come abbiamo detto, da chilometri di gallerie. I resti ritrovati, in tutti e tre gli interventi, sono serviti e hanno contribuito a conoscerle meglio le loro origini.
Qui finisce il mio viaggio: piacevole, nostalgico istruttivo!
Saverio Metere