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CAMPOBASSO _ All’indomani della nomina formale di D’Aquila neo-assessore provinciale, parla il “grande escluso” Vincenzo Di Narzo, esponente dell’Italia dei Valori. “La politica del costruire senza clamori probabilmente non appartiene al contesto molisano. Terminate le convocazioni elettorali, ad ogni livello, il gioco sembra appartenere come sempre a pochi ma certamente non al popolo, ed ai suoi legittimi rappresentanti. Ho scelto di fare politica con IDV perché ho sempre creduto nei “valori” della democrazia. Probabilmente leggendo i quotidiani locali di oggi non emerge la verità dei fatti, e quindi non posso continuare a tacere, benchè finora mi sia imposto un silenzio frutto del più profondo senso di responsabilità. Distribuire “tapiri” dovrebbe mortificare più chi pretende di assegnarli che non chi persiste nell’avere determinati “valori”, non solo nella politica: sono orgoglioso di come ho condotto il mio ruolo istituzionale da consigliere provinciale eletto dalla gente. Ho dimostrato il mio senso di responsabilità, verso le istituzioni e verso il partito sin dalla fuoriuscita dell’assessore provinciale Mario Fratipietro, che ha abbandonato assessorato ed IDV nel bel mezzo della campagna elettorale di Massimo Romano a sindaco di Campobasso: non ho preteso quella poltrona per me, perchè la coesione interna era più importante. Per il bene e per i “valori” ispiratrici del partito, ho continuato ad assistere in religioso silenzio al corso degli eventi. Nell’elezione del presidente del Consiglio provinciale di Campobasso, i due consiglieri dell’IDV, Cristiano Di Pietro e Antonio Di Bello, hanno sostenuto la candidatura di Carmine Perugini e nel rispetto dell’amico Perugini ho deciso di appoggiare anch’io la sua candidatura: di qui l’istituzione Provincia ha superato una grande difficoltà politica in atto.
Confidando ancora nel partito, ho atteso inutilmente risposte dall’evanescente Giuseppe Caterina, che però non essendo coordinatore del partito come si autoqualifica, bensì ex vice-coordinatore di un coordinatore dimesso, il sen. Astore, non ha saputo fare altro che attendere l’intervento di Antonio Di Pietro nel Molise. Nella riunione con Di Pietro evidentemente non si è seguito uno schema meritocratico, rispettando il principio e il metodo che da sempre si è adoperato in Provincia per la nomina degli assessori (cioè sulla base dei consiglieri di appartenenza). Non solo: nella terna indicata dalla base del partito non era compreso il nominativo di Giacomo D’Aquila, un assessore scelto dal vertice del partito (da Roma!), ma non condiviso dalla base poiché non ha contribuito alla crescita (dal 3 al 30%) dell’Italia dei Valori nel Molise, quindi non capisco proprio come possa D’Aquila parlare di “ampia condivisione” nel partito.
Perciò volutamente ho deciso di non partecipare alla presentazione di D’Aquila benché, per legittimarlo all’incarico, prendo atto che si sono mossi i vertici del partito, persino l’onorevole Anita Di Giuseppe. Continuerò a sostenere la maggioranza costituita nella Provincia di Campobasso finché saranno risolte le problematiche della gente (scuole, strade, etc.) le quali restano per me il senso unico ed ultimo dell’impegno in politica. La gente sa guardare e giudicare benissimo, ne sono convinto“.
Al centro dell’evento, intitolato “La solidarietà con gioia” e dedicato a Suor Elvira Tutolo, si è discusso della difficile situazione in cui versa la...