In merito richiamiamo proprio quanto votato dal Consiglio regionale che ha recepito le indicazioni relative sia alla salvaguardia occupazionale che alla legittimità del percorso di risanamento, possibile solo attraverso la discussione in Commissione e in Consiglio regionale. Il percorso individuato dalla Giunta regionale invece contraddice quanto deliberato dall’aula: con l’accordo ratificato il 6 luglio scorso si è disposto il trasferimento mediante affitto di ramo d’azienda e il reimpiego di 74 dipendenti con il conseguente licenziamento di 29 unità. La trattativa portata a termine in Consiglio regionale, in quella seduta di fine giugno, è diventata carta straccia, seguendo il solito copione che l’Esecutivo Iorio recita da undici anni, con il silenzio-assenso di chi è tenuto, in forza del proprio ruolo, a far rispettare i deliberati del consesso.
Il Consiglio regionale è esautorato, svilito e sbeffeggiato: in aula abbondano dichiarazioni di intenti che poi, non appena terminato il tempo a disposizione, vengono superate dagli atti d’imperio che il governatore e il suo Esecutivo continuano a promuovere. Un atteggiamento incomprensibile, che di fatto rappresenta una offesa per l’intero Consiglio regionale. La Giunta Iorio, di fatto, ha dato seguito alle indicazioni del manager chiamato a risollevare le sorti dell’azienda e ha saltato a piè pari l’impegno preso in aula nei confronti del centrosinistra – che ha proposto l’emendamento accolto a stragrande maggioranza dal Consiglio regionale – e dei lavoratori che oggi vivono sulla propria pelle l’ennesimo impegno mancato dei nostri governanti pro tempore.
Paolo di Laura Frattura, Danilo Leva, Francesco Totaro, Cristiano Di Pietro, Cosmo Tedeschi, Carmelo Parpiglia, Salvatore Ciocca