myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623

CAMPOBASSO _ Esprimo un forte apprezzamento per il voto contrario dei due Senatori del Molise, Astore e Di Giacomo, in Commissione Sanità sullo Schema di Decreto Attuativo riferito ai costi standard e ai fabbisogni delle Regioni a Statuto Ordinario. Non è tollerabile la violazione dei principi inseriti nella legge delega sul federalismo n. 42/2009 che sanciscono un riparto perequativo più favorevole per le aree più deboli. Solo prevedendo un criterio correttivo di natura politica possono essere garantiti i diritti fondamentali alla tutela della salute, assistenza sociale, scuola e trasporti, a tutti i cittadini italiani.

Purtroppo, dobbiamo prendere atto che le spinte egoistiche più retrive stanno egemonizzando gli orientamenti del Governo e del Parlamento, con la facile previsione che attraverso il ricorso alla fiducia i decreti attuativi saranno approvati in breve termine. A questo punto il ribellismo fine a sé stesso di partitini del Sud da prefisso telefonico, fenomeni di populismo spicciolo o ammucchiate incolori, non rappresentano una risposta politica all’altezza delle innovazioni istituzionali federaliste. Da tempo sostengo insieme a eminenti personalità quali il Vice-Presidente Vicario del Parlamento Europeo che i mutamenti introdotti con le modifiche costituzionali e con i provvedimenti sul federalismo fiscale determineranno la definitiva spaccatura tra il Nord e il Sud dell’Italia.

Non discuto che gli sperperi della sanità meriterebbero di essere sanzionati con provvedimenti punitivi nei confronti dei Presidenti delle Regioni alias Commissari ad Acta. Ma per assurdo accade il contrario e cioè si accentrano tutti i poteri nelle mani di chi ha fatto fallire il sistema che lo continua a gestire con le stesse modalità di sempre e senza più alcun controllo democratico. Basta vedere l’ultima interrogazione allegata sulle disfunzioni del servizio di Pronto Soccorso negli Ospedali del Molise da una parte e la vicenda del comando di un Dottore, figlio del Commissario ad Acta / Presidente di Regione dall’altra, per rendersi conto di questo corto circuito.

Ma, pur in presenza di amministratori competenti e di manager efficienti, di fronte ai mutamenti del riparto nazionale dei fondi introdotto dal federalismo c’è poco da fare. Il Molise chiude. E se saltano i servizi fondamentali per i cittadini serve preservare l’autonomia istituzionale della nostra Regione ? Se il contesto storico, politico e istituzionale è radicalmente mutato, la classe dirigente molisana può continuare a confrontarsi con lo stesso schema del secolo scorso ? Non è più saggio cambiare impostazione e avviare un percorso di unificazione con Marche e Abruzzo per reggere meglio l’urto delle innovazioni federaliste anziché litigarci tra di noi su miserie da strapaese ?

Michele Petraroia