Ma a fronte di questo ulteriore aggravio fiscale i servizi che gli vengono offerti non solo spesso non sono all’altezza, specie nel comparto sanitario, ma vengono progressivamente ridotti e tagliati. Gli ospedali molisani per ragioni di cassa stanno allungando i tempi di esecuzione delle visite e delle analisi, i pronto soccorso vivono in uno stato di cronica insufficienza di personale, molte prestazioni sono state semplicemente soppresse perché non ci sono più i soldi ed i fornitori non vengono pagati nei tempi stabiliti. Ed oggi viene anche reintrodotto il ticket sulle ricette mediche. Insomma siamo davvero in una condizione drammatica ma noto che il sistema di governo di questa regione, forse impegnato in ragionamenti autoreferenziali per il mantenimento del potere, di questo non si interessa.
Anzi aumentano gli sprechi ed i privilegi. Eppure il deficit della sanità e la mancanza di qualsiasi strategia di risanamento della finanza pubblica non credo siano imputabili all’ignaro contribuente regionale. Se continua così il Molise rischia il crack nel giro di pochi mesi. Penso allora che debbano essere i cittadini a muoversi e a protestare contro questo stato di cose.
Non è più tempo di essere spettatori, ma bisogna muoversi. Lancio quindi un appello ai cittadini perchè diventino protagonisti di un cambiamento di sistema e chiedano conto agli amministratori di come si sia arrivati a questo stato di cose e di come si possa uscire da una crisi potenzialmente devastante. E mi adopererò personalmente affinché il cittadino molisano possa finalmente far sentire la propria voce, prima che sia troppo tardi”.