
Riteniamo che obiettivo primario di una Amministrazione sia quello di reperire le risorse da riservare agli investimenti ed ai servizi. Per far questo siamo fermamente convinti che non sia percorribile la strada di un aumento delle entrate grazie ad un maggior prelievo fiscale o ad un aumento delle tariffe e dei tributi. Si dovrà invece pensare, nel futuro, ad una riduzione delle stesse, altrimenti, per la dissennata e clientelare politica regionale, che sta determinando un aumento del prelievo fiscale a carico dei contribuenti molisani, dovremo attenderci una fuga in massa dalla Regione o una Rivolta Popolare.
Gli unici costi sui quali è possibile intervenire sono quelli legati direttamente o indirettamente alla politica, e tra questi: 1. I DIRIGENTI: Si è pensato che per moralizzare e rendere più efficiente l’attività amministrativa occorresse riservarla a figure professionalmente competenti svincolate dal potere politico, lasciando a quest’ultimo la sola funzione di programmazione. I dirigenti, scelti dall’ Amministrazione, quasi sempre non per capacità professionali ma per la “affidabilità politica” e quindi per la capacità di realizzare i desiderata della stessa, devono molto spesso servirsi delle conoscenze e competenze dei capi ufficio. Occorre rivedere questa struttura verticistica dei vari settori, responsabilizzando i capi ufficio e riservando a pochissimi dirigenti la sola funzione di collegamento tra Amministrazione e struttura. Occorre una drastica riduzione degli stessi dagli attuali a tre (area tecnica – amministrativa e affari generali) al fine di rendere più snella e funzionale l’attività amministrativa. Sulla questione dirigenziale vi è un nesso di continuità tra l’attuale e la precedente Amministrazione per l’alto numero degli incarichi dirigenziali previsti, per la coincidenza dei professionisti incaricati e per la soluzione adottata di congelare vecchi dirigenti, fornendo loro incarichi marginali e di scarso rilievo, pagandoli ugualmente, e nominando al loro posto altri professionisti, realizzando così un inutile sperpero del pubblico denaro.
2. LE COMMISSIONI: L’ultima innovazione, per ridurre i costi della politica, è stata quella di eliminare il compenso per i Consiglieri Comunali introducendo gettoni per la loro presenza nei consigli comunali e nelle commissioni consiliari. Ciò ha determinato: • L’aumento del numero di commissioni e la previsione di una commissione provvisoria. Le Commissioni inutili devono essere eliminate; quelle permanenti ridotte. • Aumento a dismisura degli argomenti da sottoporre all’attenzione delle commissioni competenti compresi quelli che potrebbero essere trattati dalla struttura o dalla Giunta. Anche il numero delle sedute necessarie per l’esame di ogni singolo argomento è spropositato. Occorrerebbe fissare in due il numero massimo delle sedute per gli argomenti più importanti, senza limite di durata delle stesse. Come può ben comprendersi tutto ciò non provoca solo un aumento dei costi per la erogazione dei gettoni di presenza, ma determina un generale rallentamento di tutta l’attività amministrativa . E’ divenuta prassi consolidata che le riunioni delle commissioni consiliari si tengano nei giorni feriali e di mattina. Ciò determina l’allontanamento dal posto di lavoro di tutti i dipendenti di Enti pubblici e privati con un aggravio per le casse comunali. Il Comune deve risarcire gli Enti cui appartengono i vari consiglieri comunali per le ore di allontanamento dal posto di lavoro. E’ un grave onere per le amministrazioni, non più sopportabile. Si dovrà, anche su tale punto tornare al passato quando le riunioni si tenevano nelle ore serali, senza costringere i vari componenti ad abbandonare temporaneamente il proprio posto di lavoro.
3. IL SINDACO: Per la grave deriva in cui la comunità Termolese è venuta a trovarsi, Termoli non può permettersi di avere un Sindaco ed una intera Giunta a tempo parziale. Occorre avere un Sindaco ed almeno parte della Giunta a tempo pieno,garantendo loro le intere indennità previste dalla Legge. Ciò comporterebbe per l’Amministrazione notevoli economie perché la presenza assidua del Sindaco eviterebbe, per esempio, la necessità di avere diversi collaboratori e si eviterebbero le lunghe liste di attesa necessarie per potersi rapportare con lo stesso. Servire a tempo parziale la collettività è un danno per l’erario e quindi per i cittadini:
• Il Sindaco e gli assessori percepiscono solo il 50% della indennità prevista dalla Legge, ma percepiscono il 100% dello stipendio dall’Ente di appartenenza;
• Come per i consiglieri il Comune deve risarcire l’Ente per tutte le ore di assenza dal posto di lavoro. E nel caso del Sindaco e degli assessori le cifre sono di un certo inte-resse;
• Vi è un concreto rischio che gli interessati svolgano con difficoltà sia il proprio lavoro nell’Ente di provenienza sia il lavoro amministrativo. Il motivo che induce molti Amministratori a non “abbandonare” il posto di lavoro non è solo economico ma è legato anche al fatto che è proprio il posto di lavoro il loro importante ed irrinunciabile bacino elettorale!! Si obietterà che essendo consentito dalla Legge tali comportamenti siano leciti. Non sempre ciò che è lecito è onesto! In un periodo storico in cui vi sono enormi disagi per la collettività, con tanti giovani e non alla ricerca di un posto di lavoro , anche saltuario e provvisorio, non è pensabile che per pochissimi altri vi siano enormi privilegi con doppi stipendi, con partecipazione retribuita alla gestione di Enti e con l’aggiunta di premi di produttività. Si eccepirà che anche nel passato vi sono state situazioni analoghe, ma si tratta di situazioni ed epoche diverse.
E’ la particolare situazione di disagio della città di Termoli e dei termolesi che richiede il sacrificio di un Sindaco a tempo pieno. Per il passato, tralasciando l’esperienza di un Sindaco che svolgeva tutta la sua attività lavorativa il sabato e la domenica presso il presidio ospedaliero di Termoli, gli altri esempi sono legati ad un Sindaco contemporaneamente Parlamentare. Non è possibile un confronto tra queste due situazioni per i seguenti motivi: 1. Quel Sindaco nei giorni di sabato, lunedì, martedì e se necessario anche domenica, garantiva una presenza superiore a quella assicurata oggi da un Sindaco a tempo pieno; 2. In quel periodo il doppio incarico ha garantito enormi vantaggi alla Città cui sono stati garantiti ingenti finanziamenti per la realizzazione di opere pubbliche
CONCLUSIONI: Con le economie derivanti dalla drastica riduzione del numero dei dirigenti, dalla riduzione del numero delle commissioni consiliari (degli argomenti da trattare e del tempo concesso per licenziare ogni singolo argomento), dallo spostamento delle sedute consiliari nelle ore serali, dal Sindaco ed eventualmente, se possibile, Assessori che svolgono la loro funzione a tempo pieno, deriverebbero sensibili economie per l’Amministrazione che potrebbero essere utilizzate per migliorare i servizi e non solo.
MAGGIORI ENTRATE: Il settore urbanistico potrebbe essere fonte di maggiori entrate per le casse comunali senza aumentare tasse, tributi e tariffe. Occorrerebbe che qualsiasi trasformazione urbanistica, congruente con la ipotesi di programmazione prevista dallo strumento urbanistico che si sta predisponendo, veda coinvolta l’Amministrazione mediante lo strumento degli Accordi di Programma. L’Amministrazione dovrebbe determinare, per ogni zona del territorio comunale e per ogni destinazione di piano, l’aumento di valore che la trasformazione urbanistica conferisce ad una certa area e dovrebbe determinare quale percentuale di tale aumento debba essere riservata al proprietario dell’area e quale al Comune, e quindi alla Collettività, magari come contributo per la realizzazione di opere pubbliche.
Una volta fissati questi parametri oggettivi ed uguali per tutti, si potrebbe passare alla analisi delle varie proposte pervenute alla struttura, determinando così una ripresa del settore edilizio ed un aumento delle entrate per il Comune. La procedura seguita dalla Amministrazione di legare l’intesa all’impegno del privato di riservare una parte degli utili, che l’intervento oggetto dell’Accordo di Programma determina. non è percorribile per i seguenti motivi: • La determinazione dell’utile di un intervento è un elemento soggettivo difficilmente controllabile e pertanto variabile per ogni offerente. Potrebbe dar luogo a comportamenti non univoci dell’Amministrazione, con differenza di trattamento verso i proponenti e con la conseguente possibilità di ricorsi e contenziosi. • Pretendere dal privato una “partecipazione” agli utili della sua attività di impresa non è giuridicamente accettabile. Preferibile la “partecipazione” dell’ Amministrazione all’incremento di valore dell’area, determinato proprio dalla attività di programmazione urbanistica svolta dalla stessa.
Coordinamento Cittadino dei Popolari Liberali