TERMOLI _ In riferimento all’evoluzione della procedura concorsuale attivata per lo Zuccherificio del Molise SpA, alla costituzione di una nuova società e all’imminente predisposizione degli atti riferiti al concordato preventivo e al bando di gara per la dismissione aziendale, segnalo all’attenzione delle Autorità in indirizzo e agli Organi dello Stato, la specifica situazione in cui si trova il personale avventizio con anzianità media superiore a dieci anni di lavoro. Trattasi di 35 unità lavorative che nell’ultima campagna saccarifera hanno prestato attività per il tramite dell’Agenzia interinale LIFEINNE di Brescia da fine maggio a fine agosto per un periodo insufficiente a far scattare l’indennità di disoccupazione.
Per queste figure di avventizi storici dell’azienda al momento non sono previste tutele, né in ordine alla cassa integrazione, alla mobilità o altri ammortizzatori sociali in deroga, e né in ordine alle loro prospettive di reimpiego per il futuro. Al fine di evitare che dei lavoratori che hanno svolto funzioni essenziali nelle campagne saccarifere per una media di 8 mesi annui a cui si sommano 4 mesi di disoccupazione, si trovino senza alcuna copertura reddituale e privi di qualsiasi impegno delle istituzioni e della procedura, sollecito un’istruttoria specifica riferita al personale avventizio che notoriamente riveste un ruolo riconosciuto e strutturato in tutti gli stabilimenti di produzione zucchero del mondo.
A tal proposito ricordo gli accordi nazionali siglati in occasione delle riconversioni di altri Zuccherifici d’Italia che correttamente prevedevano l’accesso a benefici economici, previdenziali e di tutela del reddito anche per gli avventizi. Per questo è indispensabile approfondire le ragioni che hanno indotto i vertici aziendali ad utilizzare un’agenzia interinale, sopportando costi elevati, per assolvere alla chiamata di personale stagionale utilizzato da oltre un decennio in pianta stabile e che non di rado ha maturato un’anzianità di 20/25 anni di lavoro. Probabilmente il compenso erogato all’Agenzia poteva essere evitato nel mentre sarebbe stato auspicabile trattare in sede di procedura e nelle intese istituzionali anche su lavoratori stagionali, avventizi storici, che all’improvviso sono rimasti privi di tutele e di attenzioni.