TERMOLI _ Scuole sicure : Abbiamo bisogno di meno propaganda e più azioni concrete In questi giorni, dopo la strombazzata iniziativa del sindaco di Campobasso, che, in attesa di una proroga sulla certificazione anti incendio, ha deciso di tener chiuse le scuole del capoluogo, si discute di sicurezza degli edifici scolastici. Se e quando arriverà l’agognata proroga, le nostre scuole saranno automaticamente più sicure? Se lo chiedono i genitori, cui la mancata riapertura ha creato non pochi problemi, se lo chiedono gli alunni e gli operatori scolastici che in sostanza vengono inequivocabilmente informati di vivere normalmente in ambienti insicuri, sotto la fragile protezione di meri ‘pezzi di carta’.

Se lo chiedono i cittadini, che scontano in questo come in altri settori della vita civile la superficialità, l’improvvisazione, la mancanza di vero interesse e di vera cura per il ‘bene comune’ dei nostri amministratori e governanti, attivissimi in periodo elettorale, dormienti nelle lunghe stagioni tra un’elezione e l’altra. Tale mancanza di vero interesse e di vera cura per il ‘bene comune’ sono l’espressione di quell’antipolitica reale che si sostanzia nella incapacità e nella non-volontà di affrontare i bisogni della ‘polis’, e, nello specifico, di risolvere, i gravi problemi presenti in tanti plessi ed istituti scolastici in tempo utile e con adeguata e intelligente programmazione, che scandisca nella giusta successione gli interventi adeguati.

Ne consegue che gli studenti, anche per l’interruzione di un pubblico servizio, la cui ripresa è affidata ad un mero fatto cartaceo, sono danneggiati nel diritto all’istruzione, garantito loro dalla Costituzione Repubblicana. Tutta la questione posta dal sindaco di Campobasso sembra infatti legata all’ottenimento di un foglio di carta che proroghi le scadenze riguardanti la certificazione prevista dalla normativa vigente in tema di sicurezza. Insomma, tanto rumore non per realizzare le norme che tutelano la sicurezza di studenti e operatori, non per garantire condizioni in cui possa meglio attuarsi il diritto allo studio, ma per ottenere una sorta di salvacondotto ad personam che restituisca ex lege ad amministratori inadempienti l’innocenza perduta o mai avuta. L’istruzione pubblica dovrebbe essere una priorità nell’agenda dei decisori politici, a tutti i livelli. Invece, progressivamente ed inesorabilmente, i tagli all’istruzione decisi dai governi della cosiddetta Seconda Repubblica hanno ridotto organici e risorse, mentre gli interventi regionali integrativi si sono assottigliati fino ad azzerarsi.

Quanto alla sicurezza, per lo più alle proclamazioni e al rigore delle norme scritte non ha fatto coerente riscontro la messa a disposizione di adeguate risorse e l’impegno ad una programmazione ragionata e responsabile. Sulle questioni riguardanti la sicurezza nelle scuole la società civile è stata attenta e sensibile: basti ricordare il convegno nazionale “A scuola sicuri “, che si è tenuto a Larino, qualche anno fa, e, più recentemente, nel settembre del 2008, in occasione dell’inaugurazione della scuola di S. Giuliano di Puglia, una contromanifestazione, chiamata “Baracche e burattini” fatta significativamente davanti alle baracche della scuola di Bonefro, per denunciare le bugie, i ritardi e le omissioni relativi alla ricostruzione delle scuole nell’area del cratere. La società civile forse poteva fare di più, ma certo non ha taciuto. È la politica a tacere, sono i responsabili del governo del territorio a svegliarsi solo all’ultimo momento. Qual è infatti la realtà? Ogni anno gli studenti, in tanti plessi delle scuole molisane, si trovano le condizioni non a norma, cosa di cui le autorità competenti sembrano voler rimanere all’oscuro fino alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico.

E ciò accade mentre, per decisioni dei governi precedenti non certo contrastate e corrette da quello attuale, ma anche per responsabilità degli amministratori locali e dei governi territoriali, aumenta il numero di alunni per classe, fino alla formazione delle cosiddette “classi pollaio”, con le ovvie conseguenze negative sia, ovviamente, sul piano didattico e di un reale diritto allo studio, sia su quello della sicurezza, nel caso si renda necessario allontanarsi velocemente dalle aule. La mancanza di programmazione dell’offerta formativa territoriale comporta, come conseguenza, che sul territorio regionale ci siano plessi in sicurezza, ma senza alunni, ed aule sovraffollate che non rispettano i parametri normativi.

Siamo consapevoli che tutta la scuola italiana dopo la ventennale ubriacatura neoliberista ha bisogno di una profonda rimeditazione che ne ridisegni assi culturali e percorsi formativi appropriati, in grado di preparare alla complessità della realtà contemporanea, ma al tempo stesso ha bisogno di quell’attenta programmazione territoriale che sola potrà garantire che il diritto allo studio si attui in aule sicure, con risorse, organici e tempo scuola adeguati. Ci sembra il solo modo di interpretare correttamente e di impegnarsi ad attuare diritti di cittadinanza tutelati dalla Costituzione Italiana. Il solo modo di costruire un futuro democratico.

Associazione Molisana Salviamo la Costituzione

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