Bambini soldato e riti di iniziazione, il volume racconta le storie dei minori tratti in salvo da Suor Elvira.
TERMOLI – “L’Africa nel Cuore” della giornalista Antonella Salvatore è un libro che racconta le vicende di Suor Elvira nella Repubblica Centrafricana e dei suoi bambini Kizito, di quanto realizzato ma rappresenta anche una denuncia forte su quanto sta accadendo in un Paese di cui non parla nessuno in Italia. Giornali e Tg non menzionano mai la guerra che sta infiammando il Paese già dall’inizio del 2013 dove la religione non c’entra nulla ma è la copertura ideale per depredare il territorio delle immense ricchezze minerarie ed altro.
Se ne è parlato nel corso della presentazione al pubblico della pubblicazione, avvenuta nel Cinema Sant’Antonio di Termoli. Ad aprire i lavori, il Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino, Mons. Gianfranco De Luca. Sono intervenuti Suor Lidia Gatti della Congregazione di Santa Giovanna Antida Thouret, Rosaria Tutolo, sorella di Suor Elvira e l’autrice Antonella Salvatore, giornalista molisana. A moderare l’evento culturale, Luca Prosperi, responsabile dell’Agenzia ANSA Abruzzo e Molise.
Il volume, edito dalla casa editrice Albatros di Roma, denuncia la grave situazione in cui vive la popolazione del Paese e l’esistenza di riti di iniziazione a cui sono sottoposti i bambini prima di imbracciare un fucile e di combattere. Si denunciano, ancora, le condizioni di povertà delle famiglie e le credenze che ancora generano dolore. Sono numerosi i piccoli considerati dei “sorcier”, degli stregoni, che vengono cacciati dalle famiglie e gettati sulla strada. In mezzo a tutto questo caos, c’è una donna, una religiosa di 70 anni che ha cambiato le sorti della gente e del paese.
L’Africa nel Cuore nasce da tante interviste che l’autrice preferisce definire chiacchierate realizzate via Skype con Suor Elvira a Berberati ma racchiude molte cose: la vita nel paese, raccoglie soprattutto le storie dei bambini e ragazzi da lei salvati e di quegli adolescenti che, purtroppo, non ce l’hanno fatta. Le vicende delle famiglie Kizito che accolgono i figli del proprio paese.
È una finestra aperta su un Paese dove la guerra e la morte sono all’ordine del giorno ma dove esiste un universo di sentimenti, umanità, voglia di crescere e migliorare e, soprattutto, di restare in Africa.