TERMOLI 2 Maggio 2010. Questa mattina mi sono alzato, dopo la solita colazione, ho accesso il notebook per la solita routine di controllo quotidiana della rassegna stampa ed un piccolo messaggio di avviso compare dal mio PIM – Personal Information Manager – “domenica 2 maggio – Compleanno di Papà, scaduto da 15 min.”
Era il 2 maggio 1930 quando Nicolino nacque a Casalbordino in provincia di Chieti, il secondo dei suoi fratelli , Vincenzo e Gino e due Sorelle Italia e Grazia. Una famiglia di agricoltori con un padre dal nome particolare “Pantaleone” portato con grande signorilità e da una madre battagliera Irene, gente semplice e piena dei valori di un tempo, con una vita di stenti e di lavoro alle spalle vissuta nella Grande guerra e nel dopoguerra italiano.
Era il Maggio del 1950 quando Nicolino ed i suoi fratelli comprarono un trattore ed un carrozzone in legno con le ruote di ferro per partire da Casalbordino recandosi nei paesi del Molise a fare lavori di aratura e movimento terre per conto terzi. Si lavorava e viveva in quel carrozzone in legno con le ruote in ferro, si cantava e dormiva in quel carrozzone con le ruote in ferro.
Era un Maggio che conobbe Pia, una bella, alta e snella ragazza di Mafalda che faceva di professione la parrucchiera e nel Maggio del 1961 si sposarono e si trasferirono a Termoli. Pia aprì un negozio di parrucchiera a Termoli e Nicolino continuò a fare l’agricoltore a Mafalda. Ad ottobre del ‘63 e del ‘64 nacquero rispettivamente Tony e Carlo e si completò quel progetto di vita di una famiglia affiatata e piena di amore che per me e mio fratello è modello di vita.
Era il 22 Giugno del 1998 quando nel pomeriggio da un colle di Mafalda, Nicolino stanco di lavoro nelle “terre del Medico” si fermò per preparasi il pranzo sotto una quercia, contemplando quel paesaggio, chiama al telefono Pia: “Pia mi sono fermato per mangiare qualcosa, dovresti vedere quanto è bello qui…” La sera di rientro a Termoli – si perché Nicolino faceva ogni giorno circa 80 km per andare a Mafalda e tornare a Termoli – , quella sera, Nicolino cena con Pia e stanco va a letto da dove non si alzerà mai più. Quel “buon cuore”, il buon cuore di Nicolino lo aveva lasciato con un sorriso stampato sulle labbra, un sorriso che non scorderò mai, il sorriso di Mio Padre.