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MikeDelVecchio
Mike del Vecchio, coach Airino basket Termoli
TERMOLI – Domenica 15 aprile alle ore 19.00 al PalaSabetta inizierà la fase Playoff con Gara 1 dei quarti di finale contro il Nuovo Basket Aquilano. Per l’occasione abbiamo intervistato l’allenatore  dell’Italiangas Airino Basket Termoli, Mike Del Vecchio.

Nome e Cognome
Mike Del Vecchio
Data di Nascita
12/10/1969
Di dove sei originario?
Sono nato a Catania. Poi per motivi di lavoro di mio padre ci siamo trasferiti a Pesaro, città nella quale sono cresciuto. Grazie alla Pallacanestro ho avuto la possibilità di girare l’Italia sia da giocatore che da allenatore. Se però volessimo fare riferimento alle due città citate prima, ti dico solo che quando sono a Pesaro sono il terrone e quando sono in Sicilia sono il polentone.
Come e quando hai deciso di diventare allenatore? Hai avuto precedenti esperienze anche da giocatore?
Staremmo qui troppo tempo se ti elencassi tutta la trafila. Per farla breve, mi sono formato nel settore giovanile a Pesaro. Fosse per me avrei giocato con una maglia sola, ma per vari motivi ho cambiato parecchie squadre giocando sempre tra serie B e serie C, particolarmente nell’ultimo periodo. Mi sarebbe piaciuto essere un Maldini o un Totti e invece sono stato più un Ibrahimovic. La cosa che tengo a sottolineare e della quale sono orgoglioso è il fatto che sono stato almeno 2 anni in ogni società: una conferma significa che si è contenti del lavoro svolto.
Diventare allenatore è stato il passo quasi naturale. Già dai 17 anni ho iniziato come giocatore/allenatore.
C’è qualche anno o qualche evento della tua carriera a cui sei particolarmente legato?
Guarda, io alleno per condividere le mie esperienze con gli altri. Sarebbe facile dire che gli anni più belli sono stati quelli vincenti e, non per vantarmi, ce ne sarebbero sia a livello senior sia a livello giovanile. La cosa a cui tengo  in particolare sono i rapporti umani. Poter restare in contatto con le persone con le quali ho avuto a che fare è la cosa che mi soddisfa maggiormente. Ogni posto in cui sono stato ho conosciuto gente meravigliosa alla quale sono rimasto legato. Poter rincontrare o potersi sentire con persone lontane e far sembrare che sia passato solo un giorno mi rende felice. Il mio motore è il cuore.
Per la stagione 2017/2018 è sei stato scelto dal DS Pitardi come Head Coach dell’Italiangas Airino. Hai accettato subito la proposta? Anche sapendo le ambizioni della società in virtù dell’anno precedente?
Inizio col dire che ho sempre seguito le vicende del basket Termolese e colgo l’occasione per complimentarmi ancora una volta per la splendida stagione scorsa disputata. Sapevo che le ambizioni erano alte ed ho accettato subito. Poi ci sono stati un po’ di problemi e vicissitudini della società che hanno ritardato i tempi. Quindi ho deciso di prendermi un po’ di tempo per riflettere con me stesso e con la mia famiglia. Ad inizio settembre ho riavuto contatti con Manrico e ho deciso di accettare. È stata una scommessa. Ma se fossimo stati fermi, avremmo perso tutti.
Sappiamo che avevi già allenato a Termoli nell’altra società, poi scomparsa. Conoscevi già qualcuno dell’Airino? Che differenze hai notato rispetto alla prima volta che sei venuto riguardo il campionato? Come ti ha accolto questa nuova società?
Conoscevo la società Airino, ma non ne conoscevo la dirigenza e i giocatori.
Sono venuto a Termoli per allenare la prima volta 9 anni fa. Ovviamente un confronto è abbastanza impossibile perché era un campionato diverso, con giocatori diversi e un livello diverso. L’ Airino mi ha accolto benissimo. Sono tornato con entusiasmo a Termoli e la gioia è aumentata grazie a Manrico e a tutta la società che si è adoperata per farmi trovare bene. Ormai sono tutti nel mio cuore.
Sei soddisfatto della stagione disputata fino ad ora?
Beh, sarei un folle se non fossi soddisfatto. Se pensiamo alla partenza “handicap” rispetto a tutte le altre squadre; se pensiamo che abbiamo dovuto fare più cambiamenti in corso d’opera e se pensiamo a dove siamo ora, dobbiamo essere per forza soddisfatti.
Inoltre ancora più soddisfazione mi viene dal fatto che tranne qualcuno più esperto, siamo una squadra nel complesso giovane: abbiamo nel roster ragazzi di categoria under che si allenano senza tralasciare i loro impegni nei rispettivi campionati e che stanno dimostrando grande maturità. Mi permetto di citare Giuseppe Oriente come esempio che, nonostante sia diventato un punto di riferimento per la squadra, si è rivelato un ragazzo ottimo soprattutto a livello mentale mantenendosi umile e costante.
Propositi per i playoff?
Siamo in ballo e dobbiamo ballare.
La cosa che mi ha colpito del campionato è che tutte le squadre sono attrezzate per competere, anche quelle che non sono arrivate nelle prime 8 posizioni che danno il pass per i playoff. Basti pensare ad una delle ultime partite della fase di Ritorno in cui abbiamo perso di 2 punti contro Torre De Passeri.
A guardare la classifica non siamo i favoriti, ma noi dobbiamo fare quanta più strada possibile anche per cercare di gettare le basi per il prossimo anno.
Ultima domanda. Un appello o un invito ai tifosi per questi playoff?
Solitamente gli appelli si fanno a chi non partecipa. Io sono tornato a Termoli anche grazie a uno splendido ricordo e all’affetto che mi era stato lasciato.
Quindi permettimi di ringraziare ancora una volta l’Airino, il Ds Manrico, il presidente Biondi, i Dirigenti, Pino per l’umiltà con la quale ha deciso di affiancarsi dopo anni da capo allenatore e per ultimi tutti i nostri sostenitori per la collaborazione e l’affetto che mi hanno dimostrato e che mi dimostrano.

Francesco Martinelli
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