Avrei preferito sottoporre a Fentini precise domande tese a puntualizzare una determinata dichiarazione d’intenti della nuova Amministrazione. In tale ambito il Sindaco ha sottolineato con civile garbo di preferire all’intervista un “incontro informale”, e personalmente ho dovuto dargliene atto, rendendomi conto della sua particolare posizione tesa tuttora a rendersi conto dei termini di assoluta esattezza entro cui circoscrivere la drammatica situazione trasmessagli dai predecessori. Intendiamoci, l’emergenza potrebbe configurarsi con accenti ancora più drammatici senza il recente intermezzo, certamente benefico, di cui è stata positiva protagonista la Commissaria Prefettizia Dr. Carmela Palumbo.
Alla suddetta gestione commissariale bisogna riconoscere, fra i risultati positivi, quelli di avere spazzato l’occupazione abusiva di parecchie aree comunali e l’abbattimento dell’emergenza rifiuti ottenendo fra l’altro i finanziamenti necessari per la raccolta differenziata. Si tratta di un cammino virtuoso che Antonio Fentini è determinato a proseguire, potenziandone le possibilità.
Verrebbe da osservare l’enorme differenza esistente fra l’attuale posizione intellettuale, di pacato equilibrio, mantenuta dal nuovo sindaco e le spettacolari esibizioni chiassose di taluni tristi “mattatori” del recente passato, che rivediamo puntualmente impegnati a sbrodolarsi addosso roboanti proclami di gratuito autoencomio, promesse puntualmente disattese, annunci fantasiosi di clamorosi eventi mai avvenuti.
E’ una considerazione che vale ad ulteriore incremento della credibilità che potremmo ascrivere con discreta probabilità all’attuale Sindaco. Una certezza è lampante: obbiettivo primario risulta per lui un rientro del debito in tempi di ragionevole prontezza. Si tratta di un macigno che blocca ogni piano di sviluppo a qualsiasi livello, ma non deve trasformarsi in un “muro del pianto” utile soltanto a giustificare la carenza d’idee, l’immobilismo, un comodo rifugiarsi nel “nihil facere”. In tale chiave bisogna leggere anche i numerosi rapporti a vari livelli che Fentini ha già effettuato con ammirevole tempismo, ed è prevedibile che quanto prima se ne vedranno gli esiti. Intanto il Comune sta valutando l’entità del debito stesso, in modo tale da poter congegnare, in sintonia con le Istituzioni, un efficace piano di risanamento.
Allo stato attuale, quel che più sconcerta è constatare la leggerezza irresponsabile con cui si è costituita la clamorosa situazione deficitaria, tanto da renderne scabrosa una corretta individuazione della specifica consistenza. Se con la Dr. Palumbo si parlava di un debito valutabile sui cinque milioni di euro, adesso un’attenta ricognizione amministrativa – anche a causa di ulteriori carichi subentrati via via nel quotidiano – lascerebbe prevedere una valutazione finale collocabile fra i sei e gli otto milioni.
Già pochi giorni dopo il proprio ingresso alla guida del Comune Garganico, il Primo Cittadino aveva dimostrato chiarezza d’intenti nella nutrita serie d’incontri, anche in chiave istituzionale avvenuti prima in ambito regionale e poi, sabato 12 maggio, proprio alle Tremiti con la partecipazione di Stefano Pecorella, presidente del Parco Nazionale Gargano e del Dr. Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano. Al di là dell’effetto piuttosto banale di quel popolare motto (non chiamatelo “epiteto”, per cortesia), “l’alba di un nuovo giorno” – abusato a dismisura da centinaia di etichette – che si è voluto assumere per enfatizzare l’evento, andava sottolineata la sostanziale attenzione tesa allo sviluppo dell’Area Marina Protetta, con particolare riguardo alla salvaguardia del patrimonio ambientale e alla conservazione del clima.
Ma è in tale ambito, a parer mio, che l’Ente Parco ha mancato un’occasione propizia per assumersi con onesto coraggio pesanti responsabilità come quella del concreto rischio “cementificazione”, che non può certo essere affrontato (o addirittura ignorato) ricorrendo alla patetica strategia dello struzzo.
La premessa risulta di valore primario, se consideriamo che la variante al piano regolatore urbanistico (da cui sono derivate le definitive lottizzazioni odierne) sarebbe giunta all’attuale “vicolo cieco” a quanto pare per specifica negligenza. Infatti l’Ente Parco che non ha mai definito l’obbligatorio piano di tutela appositamente previsto dalla Legge 394 del 1991. Ed è proprio questa la motivazione fondamentale che ha obbligato il TAR a respingere il ricorso del Parco Gargano stesso contro la concessione di edificabilità sul terreno del vecchio eliporto di San Domino a favore di un consorzio d’investitori. Il Piano Parco avrebbe dovuto istituire limiti e regole in considerazione di esigenze e diritti dei 18 comuni rientranti nell’area marina protetta.
A questo punto, nel novero di una questione che investe interessi economici di macroscopica entità, potrebbe forse apparire non del tutto inopportuno l’insorgere di un semplice dubbio, forse pure ingenuo: è ragionevole pensare che la gravissima omissione da parte di un ente pubblico fosse imputabile a mera ignoranza di qualche distratto funzionario e non al probabile influsso di particolari interessi? Se il tempo è per così dire galantuomo, una risposta chiara verrà.
E’ triste considerare come, nell’ambito delle lottizzazioni approvate dalla Regione Puglia, soltanto le speculazioni private possano risultare per il momento vincenti, mentre soccombe invece – sia pure momentaneamente – la parte dedicata all’edilizia popolare.
Molti si chiedono a quanto ammonti l’estensione totale della superficie interessata alla prima tipologia menzionata (quella privata, per intenderci). E’ un’area di 115.000 metri quadri (indice di edificabilità 0,40). 19.000 mq sono area di rispetto e 12.000 mq area standard. In pratica verranno edificati quarantamila metri cubi, scusate se è poco.
Ma, tornando al progetto Fentini da poco avviato, in base alle cognizioni emerse nel cordiale rapporto fin qui mantenuto, credo di poter prevedere da parte dell’amministrazione stessa una rigorosa sorveglianza volta a tutelare le migliori aspettative per tutte le persone di buona volontà. Riguardo all’incubo derivante dal rischio di cosiddetta “cementificazione” vigilerà l’Ufficio Tecnico municipale, affidato alla responsabilità dell’architetto Mario Giannetta, altra pedina fondamentale della nuova squadra.
Dopo essermi intrattenuto cordialmente con Antonio Fentini e Basso Martella, ho voluto conoscere personalmente anche l’architetto stesso, ricavandone circostanziate informazioni di fondamentale interesse, valide a sostegno di calde speranze per un futuro positivo. Una fra tutte merita a parer mio di andare sottolineata. Qualora i costruttori dovessero procedere all’abbattimento controllato di alcune piante, sussiste l’obbligo inderogabile di ricostituire gli elementi soppressi nell’ulteriore area di compensazione, appositamente creata con particolari prerogative fra cui spicca il vincolo d’ineficabilità.
serrata amministrativa
Sono più di quindici giorni che il Comune non pubblica più un atto amministrativo. E’ chiuso per ferie? Vorrremmo sapere chi sono i collaboratori esterni e quanto costano a Noi Tremitesi. E’ iniziato il periodo dell’oscurantismo?
chilone
non ci sono parole
sig. Fata , lei più che fata è un mago per riuscire a trasformare così velocemente la realtà.
Si vada a leggere come si intende trasformare il centro storico di San Nicola dalla delibera dell’ ultimo cosiglio e poi ne parliamo.
I cari Commissari.
Buona lettura, i carissimi commissari, spendevano ogni venerdi andata e ritorno da Foggia con l’elicottero mille euro a viaggio mangiare e dormire,in camera doppia … costi esorbitanti.