TERMOLI _ Il ritrovamento a Termoli di un arsenale di armi e il conseguente arresto di Felice Ferrazzo, ex capo di un omonimo clan calabrese, sono il segno inequivocabile di una crescente infiltrazione della criminalità organizzata nel nostro territorio. Mentre il Molise dormiva sonni più o meno tranquilli, qualcun altro eleggeva questo territorio, proprio in virtù della sua proverbiale tranquillità, a crocevia di traffici illeciti. Ciò è confermato da relazioni della magistratura che danno una seria svegliata ai molisani:”Non è una terra esente dalla criminalità organizzata”. Bene.
Ne dobbiamo prendere coscienza adottando tutti i possibili comportamenti virtuosi e di contrasto. Nel ringraziare quanti hanno seguito le indagini svolgendo con grande senso di responsabilità il proprio lavoro, non posso però non invitare le istituzioni locali a tenere gli occhi ben aperti su quanto sta accadendo per evitare che la situazione degeneri ulteriormente. Il ritrovamento dell’arsenale, l’arresto del boss Ferrazzo e le altre implicazioni che da questi avvenimenti potrebbero venire fuori devono farci comprendere che la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata non ha colori politici. Solo collaborando e condividendo si potrà vincere contro questi “poteri”.
Dobbiamo riprendere in mano questioni scottanti dei mesi scorsi come le incursioni “mafiose” verso il nucleo industriale e verso la nostra terra per verificare eventuali nessi con i fatti degli ultimi giorni. L’invito è quello di costituire insieme, minoranza e maggioranza, un tavolo di confronto e monitoraggio sul tema della sicurezza e della lotta alle mafie per affrontare la questione nel miglior modo possibile e tornare a garantire a Termoli l’equilibrio e la stabilità che merita.
Paolo Marinucci Consigliere Comunale Termoli