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TERMOLI – Le blocca in mezzo alla strada con approcci sessuali pesanti tentando con tre ragazze diverse, la violenza sessuale. Solo la prontezza delle giovani ed il loro coraggio nel divincolarsi con forza ed a fuggire le ha salvate dallo stupro. Immediata la richiesta d’aiuto al Commissariato, intervenuto immediatamente. Protagonista di tre diversi episodi di violenza sessuale, accaduti in centro a Termoli, uno straniero di origine nigeriana.
F.O., 32 anni, da due anni in città, è stato arrestato questa mattina dalla Polizia di Stato su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Larino con l’accusa di violenza sessuale su minore. Il trentaduenne è stato ospite di diversi centri di accoglienza del Basso Molise, l’ultimo a Petacciato (Campobasso), dove si era fatto notare per comportamenti “sopra le righe” che gli erano valsi la misura della revoca di accoglienza ad aprile 2018.
Lo scorso mese di dicembre è stato arrestato dai Carabinieri per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
In 20 giorni di indagine, gli agenti della città, coordinati dal Commissario Vincenzo Sullo, hanno raccolto elementi di colpevolezza a carico dello straniero. Il primo episodio si è verificato lo scorso 3 marzo, nella tarda mattinata, nel sottopassaggio della stazione ferroviaria ed ha visto vittima una minorenne della zona. Il successivo è accaduto nella prima serata nei pressi dello stadio ed il terzo a carico di una maggiorenne vicino il cimitero comunale.
Due le minorenni finite nel mirino del nigeriano ed una terza giovane maggiorenne. Tutte e tre hanno denunciato gli episodi subiti nell’immediatezza del momento. Nell’ultimo caso, l’arrivo della Volante ha messo in fuga lo straniero che, nella concitazione del momento, ha perso il cellulare ed un giaccone verde. Da questi elementi sono partiti gli accertamenti coordinati dal Sostituto procuratore della Repubblica di Larino Marianna Meo che hanno portato al suo arresto. Le tre, nel corso delle indagini, hanno anche riconosciuto il loro molestatore confermandone l’identità con gli inquirenti.