Giuseppe Astore
TERMOLI _ Il diabete è da considerarsi una emergenza clinica, sociale ed economica e non solo un problema di ordine sanitario. Lo ha detto il Senatore Giuseppe Astore intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama durante la discussione della mozione sui presidi diabetici presentata dalla Sen. Baio e sottoscritta anche dal parlamentare molisano. “In uno Stato come il nostro – dichiara il componente della Commissione d’inchiesta sulla Sanità- – vi sono circa cinque milioni di diabetici riconosciuti, cui bisogna certamente aggiungere le centinaia di migliaia di cittadini che non lo sanno a cui la malattia non è stata diagnosticata. Credo sia importante che il Servizio sanitario nazionale prenda globalmente coscienza del problema”. “La spesa che il SSN sostiene per la cura della malattia del diabete rappresenta il 10 per cento del fondo nazionale, cioè circa 11 miliardi di euro . Con questo ritmo-prosegue Astore – andremo veramente a dissanguare il Servizio sanitario nazionale”.

Si ritiene necessario introdurre in Italia una rivoluzione di ordine culturale. “È importante che sul territorio si creino reti di cura che passino attraverso l’ospedale e terminino negli ambulatori di ordine periferico. Ecco perché è vero che serve la prevenzione, ma ci vogliono anche progetti, obiettivi e linee guida seri, nonché sollecitazioni forti nei confronti delle regioni inadempienti, perché il ruolo dello Stato e del Governo ,nella salvaguardia assoluta dell’autonomia regionale, deve essere quello di curare soprattutto i deboli e di servire i cittadini.” “Emerge da un dato statistico che il Molise è prima in classifica per le malattie diabetiche e che bisogna assolutamente intervenire con la prevenzione e porre in essere un’educazione continua. Questa è la sfida che ci pone il Servizio Sanitario Nazionale”.

“La mozione nasce da una convinzione sincera con la quale si invita il Governo a recuperare quel ruolo di direzione che deve avere nei confronti della tutela della persona umana” e soprattutto , come sottolinea nella conclusione il senatore, nasce dalla necessità di “creare centri di eccellenza gestiti, insieme alle Regioni, a livello centrale affinché tutti i cittadini di fronte alla malattia siano uguali e possano essere curati allo stesso modo in tutta Italia, certamente premiando le Regioni che funzionano meglio”.

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