E allora la strada maestra non è altro che quella di una alleanza che trovi il nucleo fondante e decisionale nei partiti. Dico questo sebbene la mia collocazione – posizione non sia sistemica a questa impostazione, ma devo riconoscere che solo facendo prevalere l’interesse generale su quello individuale si genera il circuito virtuoso di cui la regione e la coalizione hanno bisogno.
La classe dirigente delle forze politiche deve assumersi la responsabilità di identificare la leadership, di delimitare l’alleanza e preparare il programma, che al di là delle enunciazioni deve contenere una forte connotazione di innovazione e di buona amministrazione.
Ripeto, il contributo deve essere ampio ed il coinvolgimento del partenariato sociale ed economico sarà determinante, però non si deve commettere l’errore di appaltare all’esterno uno di questi passaggi. Il rischio, molto concreto, anzi certo, è di annacquare quella che deve essere una scelta politica, ma soprattutto di matrice politico-culturale chiara e netta.
Aggregare è giusto e doveroso, riconoscere un ruolo di primo piano a chi fino ad oggi ha condiviso lo sfacelo finanziario ed istituzionale di questa terra, ed è oggi alla ricerca di una nuova collocazione perché prevede la fine di Bisanzio, mi sembra improponibile oltre che pericoloso. Il centro sinistra deve guardare meno ai singoli e più alla società in tutte le sue connotazioni ed espressioni, alla chiesa, alla parte sana di questa regione.
Esaltare e sostenere persone e ruoli (peraltro improbabili e da verificare), con iniziative ibride rende complicata la costruzione di una alleanza della quale, invece, devono farsi carico le forze politiche organizzate,per spirito di chiarezza ed anche di garanzia rispetto agli elettori. Buon lavoro al tavolo del Centro Sinistra che, al più presto, deve diventare corale e interprete di tutto il popolo riformista molisano anche senza etichette di comodo