REGGIO CALABRIA _ E’ iniziata a Reggio Calabria, giovedì pomeriggio la 46° settimana sociale dei cattolici in Italia a cui hanno preso parte anche molti molisani. Il tema scelto dal comitato scientifico dice apertura, speranza, dinamismo per il bene dell’intera società italiana.
Il papa stesso ha voluto farsi presente con un messaggio letto dal nunzio in Italia Mons. Bertello, tra le righe traspare l’interessamento di Benedetto XVI per il cammino della chiesa italiana e l’impegno dei cattolici nel sociale: “Alla vigilia del 150° anniversario dell’Unità nazionale, da Reggio Calabria possa emergere un comune sentire, frutto di un’interpretazione credente della situazione del Paese; una saggezza propositiva, che sia il risultato di un discernimento culturale ed etico, condizione costitutiva delle scelte politiche ed economiche. Da ciò dipende il rilancio del dinamismo civile, per il futuro che sia – per tutti – all’insegna del bene comune”.
Il presidente della Repubblica italiana Napolitano ha voluto essere vicino con un messaggio ricco di speranza e di vicinanza per quanto la chiesa italiana sta facendo per il bene dell’intero popolo italiano: “La ‘agenda’ testimonia il perdurante impegno dei cattolici a ‘fare la loro parte’ per il progresso civile, economico e sociale dell’Italia, la cui identità culturale è permeata dai valori cristiani. Un impegno che si manifesta non solo affrontando, in maniera costruttiva, le diverse questioni che riguardano il nostro Paese, ma anche riconoscendo il valore delle istituzioni repubblicane ed indicando i possibili processi riformatori”.
Da Pistoia, dove nel 1907 fu celebrata la prima settimana sociale dei cattolici a Reggio il cammino, in questi cento e più anni, ha visto lo sviluppo del pensiero cattolico in materia sociale. Non solo, in questo arco di tempo, il magistero sociale della chiesa ha cercato di illuminare le coscienze per il bene comune del paese e dei cittadini. Nel 2004 con il compendio della dottrina sociale della chiesa, il magistero ha fatto “scuola” in ambiti che per anni ne erano digiuni. Oggi, più che allora, i documenti papali in materia sociale sono attualissimi. Così ad esempio la recente enciclica Caritas in Veritate è studiata in sede universitaria, dibattuta, approfondita divulgata nei più piccoli gangli della società. La settimana metterà a tema il bene comune come esigenza di futuro della società in Italia.
Nel documento preparatorio il comitato scientifico ha sottolineato più volte l’importanza del bene comune, sapersi orientare e saper declinare la nozione di bene in uno scenario sociale non certo favorevole. Ma cos’è per la Chiesa il bene comune? Il documento conciliare sul mondo contemporaneo, Gaudium et spes dice testualmente: “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione piú pienamente e piú celermente” (GS, 26).
Il bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro. Come l’agire morale del singolo si realizza nel compiere il bene, cosí l’agire sociale giunge a pienezza realizzando il bene comune. Il bene comune, infatti, può essere inteso come la dimensione sociale e comunitaria del bene morale. (Cf. Compendio dottrina sociale della Chiesa, 164).