TERMOLI _ Che un miliardo di persone non ha da mangiare è risaputo, nel nostro Molise sono centinaia le persone che ogni giorno si recano alle varie mense “dei poveri”. Negli ultimi 35 anni lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50%. Non va meglio in Italia: lo spreco di prodotti alimentari ancora commestibili ammonta a 20 milioni di tonnellate, pari a un valore di mercato di 37 miliardi di euro.
Ogni anno finiscono delle discariche o negli inceneritori il 19% del pane; il 4% della pasta e ancora: il 39% dei prodotti freschi come latte, uova, carne, mozzarella, yoghurt e il 17% della frutta e della verdura. Molti molisani contribuiscono a questo sfacelo. Alcuni soci di Ambiente Basso Molise hanno trovato nei pressi di uno svincolo della Bifernina decine e decine di kg. di pane, ben imbustati, di tutti i tipi e dimensioni, buttati in un fosso. Certo non potevano mancare pneumatici, plastica, giocattoli, pezzi di camion e auto il tutto condito da pregiato pane locale.
Una autentica vergogna. Ma nella società del benessere, ferreamente legata al concetto di profitto, a fine giornata si distrugge ciò che rimane invenduto, sebbene ancora perfettamente commestibile. Non è permesso sfamare i propri simili, nemmeno con quella parte di prodotto che ancora fa bella mostra esposto ad arte, con cura tale da accattivare i palati più esigenti. Ormai, a saracinesche abbassate, il povero addetto alla rimozione del cibo rimasto invenduto, effettua quotidianamente il macabro rito della distruzione del pane. Mentre, sempre più italiani e non, si mettono in fila alla mensa dei poveri.
Il Presidente Lucchese Luigi