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Di Pietro a Montenero per firma class-action
MONTENERO DI BISACCIA – Cinque anni fa il caso dell’interruzione del servizio idrico, causa inquinamento, nel Basso Molise. Ieri, 21 settembre 2015, le richieste di risarcimento in favore dei cittadini dei due Comuni pilota (Montenero di Bisaccia e Petacciato) della class action, che hanno dovuto subire il pesante disagio. 
Il Portavoce regionale del Molise di Tutti, Cristiano Di Pietro, comunica che gli avvocati Antonio Di Pietro e Claudio Belli hanno depositato, presso la sezione II del Tribunale di Roma, le richieste di risarcimento danni per i cittadini di Montenero di Bisaccia e di Petacciato che aderirono alla class action per l’interruzione del servizio idrico verificatosi durante le festività natalizie a cavallo tra il 2010 e il 2011. 

 
Nello specifico, è stata chiesta la condanna dei due Comuni e dell’Azienda speciale Molise Acque nonché delle due compagnie assicurative (AIG Europe e Lloyd’s di Londra), al pagamento, in favore di  ogni aderente, di euro 420 per danno patrimoniale ed euro 500 per danno non patrimoniale da per l’inadempimento contrattuale riconducibile alla mancata fruizione dell’acqua a fini potabili e ad uso domestico. E’ stata fatta inoltre richiesta di restituzione integrale ai cittadini degli importi già pagati nei mesi di dicembre 2010 e gennaio 2011. I due avvocati hanno chiesto, inoltre, per ogni aderente, il pagamento di euro 1.000 a titolo di danno non patrimoniale extra-contrattuale. In seguito alla richiesta, i giudici del collegio capitolino hanno concesso quaranta giorni alla parti in causa per memorie conclusive da depositare prima della decisione definitiva.
Dopo un lungo iter giudiziario – ha dichiarato il Vice Presidente del Consiglio regionale Cristiano Di Pietro – eccoci finalmente giunti alle battute finali. Siamo fiduciosi che una sentenza a noi favorevole possa arrivare in tempi brevi, così da poter dare una risposta con la R maiuscola a quei numerosi cittadini che hanno creduto in noi”. 
 
“Si tratta di una pronuncia di grande rilevanza collettiva i cui principi, in caso di esito positivo del giudizio, potranno essere estesi a tanti casi e situazioni analoghe in tutto il Paese” –  ha aggiunto Claudio Belli, patrocinatore della controversia – “Un esito positivo del giudizio aprirebbe, infatti, degli spazi di tutela inediti per tanti cittadini che, senza lo strumento della class action, hanno subito, in questi anni, fenomeni intollerabili di inquinamento e la beffa di dover pagare egualmente il canone idrico. In ogni caso– –  va rilevato che, al di là del valore economico della controversia, la forza di questo tipo di azioni è la valenza deterrente che esse assumono in funzione di tutela degli interessi e della salute della generalità dei cittadini”.
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