TERMOLI – Si è tenuta stamane la conferenza stampa nel corso della quale l’Amministrazione comunale ha annunciato che per l’anno in corso non sarà applicata la Tares, mantenendo invece in vigore la Tarsu. “La conferenza stampa di oggi – ha spiegato il sindaco Basso Antonio Di Brino – ha l’obiettivo di dissipare ogni dubbio, a voi operatori dell’informazione e all’opinione pubblica, in merito alla scelta di questa Amministrazione di non inasprire la pressione fiscale nei confronti dei cittadini di Termoli.
La volontà di fondo di mantenere bassa la pressione fiscale, come è noto, è stata alla base dell’azione di questa Amministrazione comunale e la mia affermazione è supportata da dati assolutamente inconfutabili: l’anno scorso, ad esempio, in occasione della definizione della percentuale di Imu da applicare sia sulla prima che sulla seconda casa, ma in particolare sulla seconda casa, il Comune di Termoli è stato uno tra i pochi comuni medio grandi a non aver applicato la misura massima del 10,6 per mille, mantenendosi invece sul 9,3 per mille; così come, forse, siamo rimasti l’unico Comune d’Italia a mantenere una percentuale di Irpef dello 0,6 per mille a fronte dello 0,8 di tutti gli altri comuni.
I fatti, più che le parole, dimostrano quindi che a Termoli la pressione fiscale, sull’Irpef come sull’Imu, è una delle più basse in Italia, nonostante la situazione economico-finanziaria drammatica che abbiamo trovato, lo ricordo sempre, al momento del nostro insediamento. Per quanto riguarda invece la Tares, a fronte delle notizie allarmistiche che erano già state diffuse ad arte nei giorni scorsi e che paventavano aumenti stratosferici sui singoli cittadini e du molte attività produttive e commerciali, come se la responsabilità fosse da attribuire ad una nostra volontà e non, invece, a ciò che la legge ci stava imponendo di fare, questa Amministrazione ha scelto di:
1. non aumentare la pressione fiscale in un momento storico così delicato, evitando quindi di mettere le mani nelle tasche dei cittadini;
2. mantenere la priorità di non aumentare le tasse, inoltre, andando a ricercare le sacche di evasione fiscale e facendo pagare tutti per far pagare meno. Se non avessimo posto in essere delle costanti ed efficaci azioni di controllo, avremmo dovuto applicare sicuramente percentuali di aumento della Tarsu molto più alte. Per quanto riguarda infatti la tassa sui rifiuti, dal 2010 ad oggi abbiamo ridotto la forbice del rapporto tra costo del servizio e tasse pagate per la copertura del costo, dal 75% circa (2009/2010) al 92% circa del 2013: questo è stato possibile proprio attraverso l’individuazione dell’evasione fiscale facendo pagare la tassa sui rifiuti a tutti per far pagare meno. La normativa ha previsto per quest’anno l’applicazione della Tares, una tariffa che, seppur introdotta dal Governo Monti, fa comunque riferimento all’applicazione del Decreto Ronchi: ci tengo a precisare che il Decreto Ronchi è stato il frutto di un Ministro all’Ambiente del Governo Prodi, quindi un Governo di centrosinistra; noi, quindi, avremmo dovuto applicare tariffe che provenivano da una normativa e una legge partorita dal centrosinistra.
Fatta questa precisazione politica, va detto che il Decreto Ronchi ha una peculiarità che in qualche modo vede fortemente penalizzata la città di Termoli, in quanto il precedente regolamento comunale considerava coefficienti assolutamente squilibrati su categorie come quelle delle industrie presenti all’interno del Consorzio Industriale termolese (Fiat, la Sorgenia, le industrie chimiche ecc. ecc.), o come per le banche, rispetto a quelle dei cittadini. E accaduto che il Decreto Ronchi stabilisce che il costo del servizio deve essere pareggiato dalle Entrate, ma stabilisce anche i coefficienti, con un range minimo e massimo, per tutte le categorie: ciò significa che in virtù del nostro regolamento, le categorie che pagavano di meno, tipo e soprattutto i commercianti e gli operatori turistici, bar, ristoranti, cioè quelli che tutto sommato costituiscono anche la spina dorsale della nostra economia, insieme alle imprese, venivano fortemente penalizzate; quindi dovendo l’Amministrazione, per legge, applicare la Tariffa nel rispetto del Decreto Ronchi, avrebbe dovuto applicare quei coefficienti, determinando aumenti quasi esponenziali. Con la conversione del Decreto n. 102/2013 (Decreto sull’Imu) è stato stabilito che per quest’anno i Comuni che non hanno ancora approvato il Bilancio possono non applicare la Tares, ma restare nel regime della vecchia Tarsu, a saldo ovviamente invariato, garantendo le entrate per provvedere all’intero servizio (compreso il personale interno impegnato in questo settore, ecc.).
Questa Amministrazione ha stabilito lunedì in gruppo di maggioranza, proprio nella filosofia di non mettere le mani nelle tasche dei cittadini, di non applicare quest’anno la Tares, ma di continuare ad applicare la Tarsu. Le simulazioni effettuate dalla nostra Struttura hanno evidenziato un aumento pro-capite, del 12 % circa, spalmato su tutte le categorie.
Ciò significa che i termolesi avranno una rata di conguaglio per la Tarsu con un aumento molto contenuto: per fare un esempio, chi ha già pagato 100 Euro pagherà all’incirca 12 euro, e così via. Stiamo inoltre decidendo, sempre per non incidere sulle tasche dei cittadini il prossimo dicembre, di posticipare a gennaio il pagamento di questa rata di conguaglio Tarsu. Non sappiamo ovviamente cosa accadrà il prossimo anno con il nuovo regime impositivo (Tari, Trise, ecc.), ma assieme alla maggioranza ed assieme all’Amministrazione comunale ci metteremo subito al lavoro per garantire, nell’ambito delle nostre competenze, un minor impatto possibile di queste imposte sulla cittadinanza. Sicuramente, con tutte le azioni di risparmio che stiamo mettendo in atto, prevediamo di affrontare con maggiore serenità eventuali adeguamenti per il pagamento della futura tariffa sui rifiuti, pur avendo presente che abbiamo ricevuto un’eredità pesante rispetto al contratto con la Teramo Ambiente”.
Il capogruppo dell’Udc Vincenzo Aufiero sottolinea come tale decisione è stata presa di comune accordo durante il gruppo di maggioranza di lunedì. “Penso a gestione della cosa pubblica come il buon padre di famiglia. Nella mia famiglia cerco di razionalizzare le risorse ed ottenere il miglior risultato possibile e così operiamo anche nella gestione della città”. Francesco Roberti, Capogruppo Pdl, invece pone l’accento sul contratto capestro con la Teramo Ambiente ereditato dalla Giunta Greco e che non permette modifiche fino al 2015.