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SAN MARTINO IN PENSILIS – Dopo uno scontro sulla riforma dei Consorzi di bonifica durata oltre un anno, l’epilogo finale: a colpi di maggioranza, gli ennesimi a fine legislatura, si approva una legge di riforma nonostante i forti dissensi in seno al Consiglio Regionale. Come già osservato correttamente da alcuni agricoltori nei giorni scorsi sulla stampa, la legge approvata si configura una beffa per il settore agricolo del Basso Molise, perché, oltre a non porre le basi per la risoluzione dei problemi storici della irrigazione a Larino e a Termoli, non offre nessuna garanzia ai consorziati.
Leggendo il testo normativo approvato si capisce a chiare lettere che, completata la ricognizione della massa debitoria pregressa degli Enti di Bonifica commissariati, la stessa resterà in carico ai Consorzi, limitandosi infatti la Regione a poter istituire un fondo straordinario che funzioni come garanzia per consentire agli Enti di Bonifica molisani di accedere a finanziamenti bancari, per il ripianamento dei debiti pregressi dei consorzi di bonifica. E’ evidente che il prossimo passo potrebbe quindi essere quello di richiedere ai consorziati il pagamento delle quote capitale e quote interesse delle rate dei mutui che il nuovo Consorzio di Bonifica del Basso Molise dovrà stipulare per estinguere i debiti dei Consorzi soppressi, accumulati principalmente per i mancati trasferimenti regionali ai sensi dell’art. 4 della legge regionale n. 42, in considerazione del fatto che nessuna risorsa pubblica è stata stanziata con la legge approvata a sostegno dei Consorzi di Bonifica.
Con queste premesse e rilevando tali grosse criticità nel testo approvato, come più volte fatto notare alla Giunta Regionale, il nuovo Ente si troverà sin da subito a scontrarsi con le stesse problematiche che hanno determinato il tracollo dei due Consorzi di Bonifica di Larino e Termoli soppressi, ossia gli elevati costi energetici per il pompaggio dell’acqua e l’elevato costo della risorsa idrica.
Non solo, ribadito che il Consorzio di Larino è stato soppresso, arriva il contentino ossia che la sede legale del nuovo ente resterà nel centro frentano.
Un contentino per la città frentana che negli ultimi cinque anni è stata oggetto di una vera e propria mannaia che ha portato al ridimensionamento oggettivo, in primis, dei suoi abitanti e di conseguenza anche al tracollo della sua economia, se è vero, come è vero, che solo negli ultimi cinque anni Larino ha perso quasi 1000 abitanti. Al 31 dicembre 2017 hanno chiuso ben 7 attività commerciali, ma soprattutto ha perso quel ruolo di centralità del territorio circostante con la chiusura del suo ospedale.
Uno stabilimento ospedaliero intorno al quale gravitava la stragrande maggioranza dell’economia cittadina. Un’economia che registra oggi un grande affanno testimoniato dalle vetrine dei negozi chiusi e promesse di futuro che sono rimaste nei cassetti delle promesse elettorali di cinque anni fa, promesse che oggi si vorrebbero sintetizzare con l’attribuzione della sede legale del nuovo ente di bonifica. Davvero una beffa per una città che dovrebbe, al contrario, per la sua storia, per il suo patrimonio artistico, culturale e agricolo diventare centro modello della nostra Regione.
Consigliere regionale Liberi e Uguali