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PESARO – Vivo a Pesaro ormai da quasi venti anni, qui ho vissuto splendidi momenti con mio marito e qui sono cresciuti i miei figli, ma Termoli mi manca sempre, mi manca il mare, il porto e il paese vecchio. Quando torno a Termoli la prima meta è Piazza Sant’Antonio, poi il Paese Vecchio, il porto, le scalette del folclore e via Belvedere: i luoghi dove ho scorrazzato da piccola con le mie amichette.
Fatto sta che la passione per il Porto e per tutto ciò che riguarda la marineria deve essere dentro di me come lo può essere un gene perché in questi venti anni trascorsi qui mi sono sempre ritrovata a vivere, come calamitata, nei pressi del porto: la mia migliore amica (nonché collega di plesso) è una “portolotta”, e quando ho dovuto scegliere la scuola per i miei figli è stata quella nel quartiere del Porto, La “Santa Maria del Porto- Nuova Scuola”, anche se vivevo da poco fuori Pesaro. Ogni mattina, con i miei bambini, per arrivare a scuola si sceglieva il percorso che costeggiava la banchina del porto-canale e così al ritorno.
Fatto sta che quest’anno gli organizzatori della festa del Porto di Pesaro mi hanno contattata, mossi dal desiderio di gemellarsi con il Porto di Termoli. La cosa mi ha immediatamente “commossa”. Sapevo che questi gemellaggi li organizzano ogni anno…ma Termoli, la mia Termoli…come hanno potuto pensare a TERMOLI? Un po’ imbarazzata, quasi soffocata da un senso di inadeguatezza ha detto loro che la cosa mi faceva oltremodo piacere ma…non sapevo proprio come aiutarli, ero decisa a dir loro di trovare un altro “Porto” e così ho fatto.
Poi una sera mi ha chiamato al cellulare Sergio, uno degli organizzatori, e mi ha raccontato la storia dei portolotti, del desiderio di conservare le loro origini, di farne memoria tra i giovani, che non conoscono più quella solidarietà che c’era tra le donne del porto o tra gli stessi marinai, soprattutto quando non vedevano rientrare un trabaccolo, e si riusciva in mare per cercarlo. Sergio mi ha spiegato che questo momento d’incontro con gli altri porti era per loro più di un gemellaggio, era il momento per tornare su se stessi e ritrovare quell’umanità perduta. Io, nell’ascoltarlo, mi sono accorta che stava raccontando qualcosa che mi apparteneva, che c’entrava con la mia stessa storia… E di nuovo commozione. E la commozione “MUOVE”, così gli ho detto.
” Ok, provo a cercare qualcuno ma non ti assicuro niente”.
” Ok, provo a cercare qualcuno ma non ti assicuro niente”.
Quindi ho aperto facebook, ho contattato il signor Antonio Mucci, amministratore della pagina “Quelli che amano Termoli”, pagina che seguo, gli ho raccontato tutto e il giorno dopo mi fornisce un contatto dicendomi: “ C’è l’Associazione Andrea di Capua-Duca di Termoli, che è interessata a questa cosa”. Ho detto:” Antonio…hai specificato che è tutto gratuito, non pagheranno nemmeno le spese.” E lui: “ Certo!”. Così ho contattato il Presidente dell’Associazione, il signor Roberto Crema, e in meno di 24 ore ho avuto la disponibilità, totalmente gratuita, dell’Associazione.
Quello che è accaduto la sera del 22 Giugno a Pesaro ha dell’incredibile: i membri dell’Associazione sono arrivati in pulmino e dopo aver visitato il Museo della Marineria Washington Patrignani, sono saliti sul palco e hanno cominciato a raccontare le origini del porto di Termoli, come è nato e come si è sviluppato, riportando date e fatti circostanziati da un’evidente ricerca storica. Ad essa hanno accompagnato la proiezione di immagini bellissime di Termoli, foto antiche e moderne, della Processione di San Basso, della spiaggia. Hanno recitato poesie in vernacolo, anticipate dalla traduzione e poi, la Preghiera a San Basso, recitata magistralmente dalla professoressa Anna Catalano. Tutto, ma proprio tutto, è stato ascoltato in religioso silenzio.
A conclusione di questo momento, mi sono guardata intorno, il pubblico era commosso e applaudiva, ma la cosa che più mi ha colpita è stata che alcuni pesaresi si sono avvicinati per chiedermi il CD delle immagini, una signora invece mi ha chiesto i testi delle poesie.
Perché tutto questo ha dell’incredibile? Perché i pesaresi sono noti come chiusi e diffidenti e invece in questa occasione si sono riconosciuti nei termolesi, nelle loro storie, nella loro paura del mare e nella fiducia che danno al Cielo per scongiurare disgrazie . Insomma il Porto ha unito due realtà distati 400Km eppure simili, in una splendida serata d’estate.
I pesaresi si sono profusi in ringraziamenti, grati all’Associazione Andrea di Capua-duca di Termoli, per la disponibilità data! Io, da parte mia, chiedo scusa ai miei ex concittadini per non essermi immediatamente fidata di loro e li ringrazio per la generosità, ineguagliabile, che hanno dimostrato. Ringrazio in modo particolare il Presidente Roberto Crema, persona davvero speciale, per la disponibilità e tutti i membri dell’Associazione per il lavoro svolto alla preparazione di questo evento.
Antonella D’Aloisio