CAMPOBASSO _ Dai linfomi si può guarire: questo il messaggio che arriva dalla Giornata Mondiale della conoscenza del linfoma promossa dall’A.I.L (Associazione Italiana Linfomi e Mielomi), celebrata in questa settimana e che si concluderà il 24 settembre 2009 con il gran Gala Spettacolo di Massimo Ranieri, presso il Teatro Sistina di Roma. Una serata speciale di musica e spettacolo il cui incasso sarà interamente devoluto alla Ricerca sui Linfomi. La patologia è in costante aumento in Italia e nel mondo, con 16 mila nuovi casi ogni anno, 1 milione i malati in tutto il mondo, ma le nuove terapie hanno aumentato significativamente la possibilità di guarire, con aspettativa di vita più lunga. Di fronte ad una diagnosi di linfoma il senso di paura e il disorientamento possono essere drammatici” ha affermato il professor Sergio Storti Direttore dell’U.O.C di Onco-ematologia dell’Università Cattolica di Campobasso “per questo è importante che i malati ed i loro familiari abbiano l’opportunità di informarsi, ricevere aggiornamenti e affrontare quindi la malattia e l’iter terapeutico con maggiore consapevolezza della propria condizione, dei propri diritti e delle possibilità offerte dai risultati della ricerca scientifica che sono straordinari e in continua evoluzione”.
Ne sono un esempio i risultati ottenuti dall’introduzione del rituximab, il primo anticorpo monoclonale autorizzato undici anni fa per il trattamento del linfoma, che ha aumentato la sopravvivenza dei pazienti colpiti dalla forma più aggressiva al 70%; una patologia seria ma che oggi si puo’ affrontare e curare, con completa guarigione. Proprio di ricerca e nuove prospettive terapeutiche in ematologia si è parlato dal 10 al 12 settembre a Matera, che ha ospitato l’incontro annuale tra le Unità operative di Ematologia e dei Centri trapianto dell’Italia Meridionale e Insulare. Ai lavori hanno partecipato medici e ricercatori provenienti dalle diverse realtà sanitarie meridionali, presente anche il professor Sergio Storti Direttore dell’U.O.C di Onco-ematologia dell’Università Cattolica di Campobasso che ha moderato una sessione del congresso. Obiettivo principale dell’incontro è stato quello di lasciare ampio spazio alla discussione ed alla presentazione di dati originali da parte dei giovani Ematologi appartenenti alle diverse Scuole, integrando la pratica clinica con le più recenti innovazioni tecnologiche e biomolecolari della ricerca ematologica.

Tra i temi trattati, figurano le più importanti neoplasie ematologiche (leucemie acute e croniche, linfomi, mielomi, sindromi mielodisplastiche e mieloproliferative), con specifica attenzione ai trattamenti innovativi di recente introduzione o di prossimo utilizzo nella pratica clinica ed alle linee di ricerca più avanzate. Notevolmente apprezzati dall’assise congressuale i contributi scientifici dell’Università Cattolica di Campobasso, la dottoressa Silvia Piano ha presentato i risultati di due studi clinici condotti presso il Centro di ricerca molisano: uno sul mieloma multiplo e uno sulle sindrome mielodispatiche.

“I primi risultati dello studio” afferma la dottoressa Piano “rilevano la possibile associazione del mieloma multiplo con altre patologie tumorali, come ad esempio il carcinoma del colon; pertanto è necessario porre particolare attenzione diagnostica ai pazienti affetti da tale patologia che presentano anemia e carenza di ferro”. “Come altri centri all’avanguardia anche il nostro si occupa dello studio del sovraccarico di ferro soprattutto nei pazienti affetti da Sindrome mielodisplastica. Il lavoro che abbiamo presentato ha messo in evidenzia come sia importante questo aspetto perché responsabile del danno d’organo che si verifica in questi pazienti e della possibile trasformazione della malattia stessa. A tal proposito siamo direttamente coinvolti in protocolli di studio nazionali che prevedono l’utilizzo di farmaci ferrochelanti”

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3 Commenti

  1. Leucemia linfatica cronica e/o LNH
    Ho avuto modo di apprezzare – personalmente – l’efficienza dell’’U.O.C di Onco-ematologia dell’Università Cattolica di Campobasso dal momento che sono seguito con puntuale professionalità e serietà dalla Dr.ssa Farina che ha avuto il merito, tra l’altro, di avermi dato – in occasione delle varie visite specialistiche – l’aiuto psicologico necessario per affrontare la malattia, in linea con il messaggio lanciato in occasione della giornata mondiale dell’A.I.L.
    Cordialmente

  2. Non toccate la cattolica
    Nel 2009 ho conosciuto quest’ospedale per via di un linfoma che colpì mia madre. Naturalmente il mio stato d’animo era bruttissimo. Solo l’amorevole accoglienza, l’attenzione e la competenza, di tutto il personale di Ematologia,in particolar modo, del Dott.Fraticelli, hanno reso quei momenti più vivibili facendo nascere in tutti noi una nuova forza per affrontare la malattia di nostra madre.
    In quell’ospedale si respira aria di speranza e di forza di combattere, anche dalle mura.La mala-politica tagliando fondi importanti, sta provando a TOGLIERCI, uno dei pochi baluardi della vita, che ancora restano in Molise. Solo il senso di responsabilità dei medici e del personale tutto sta evitando il peggio.
    In questi giorni si è festeggiata la giornata nazionale dell’A.I.L e io colgo l’occasione per fare un appello ai Nuovi politici della regione Molise ” Correggete la mira e non fate come il vostro predecessore, consentite alle persone che vivono in tutte le zone linitrofe alla Cattolica di Campobasso di avere una speranza in più, di affrontare la malattia vicino casa, rendete il Molise patria di speranza per le persone che soffrono, AMPLIATE I FONDI DESTINATI ALLA CATTOLICA PERCHE’così farete UN INVESTIMENTO PER LA VITA”

  3. Anche io ho avuto contatti con i medici della Cattolica di Campobasso per il linfoma di mia madre e posso confermare quanto detto nei commenti precedenti. Il rapporto con i medici è molto umano. C’è gentilezza,professionalità, rispetto per il paziente. Cosa che non ho trovato al Cardarelli.