myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623

CAMPOBASSO _ L’imminenza della scadenza elettorale di metà ottobre ci induce a rivolgere molta attenzione anche al taglio dei consiglieri regionali, previsto dalla stangata da 45 miliardi di euro, che in modo tardivo e disperato segue e si somma al decreto “lacrime e sangue” di 15 giorni fa. Una doppia e confusa manovra finanziaria di un governo ormai allo sbando, ostinato a generare ”macelleria sociale” nelle fasce più deboli con nuove tasse, più disuguaglianze e con l’azzeramento di servizi essenziali alla persona ed alle comunità locali. Ma anche una doppia manovra finanziaria dannosa rispetto ai drammatici bisogni di solidarietà, di integrazione sociale e di nuova e duratura occupazione. Insomma, una situazione allarmante ed ingiusta che, pur in una pesante congiuntura, va respinta o quantomeno corretta mettendo nel mirino evasione fiscale e rendita patrimoniale come la Cgil ed il mondo sindacale stanno opportunamente rivendicando senza escludere una mobilitazione generale di protesta nelle prossime settimane.

Anche Iorio e Picciano, ahimé, protestano! Non è difficile scorgere, però, nella loro protesta, come in quella di quasi tutto il centrodestra molisano, il tentativo di uscire dall’angolo della vergogna politica dopo aver sbandierato ai quattro venti, con la delibera CIPE, l’“appuntamento con la storia”, così come non è difficile considerare la loro protesta alla stregua di una imbarazzante e strumentale sortita elettoralistica. Sembra che loro non c’entrino nulla con ciò che sta accadendo a Roma, come nel Bilancio Regionale e nel tessuto economico e sociale dei molisani per i contraccolpi che subiscono a causa delle loro irresponsabili azioni politiche. La questione urgente che va affrontata, ovviamente prevedendo la riapertura immediata dell’attività consiliare, riguarda, per dirla con Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, la parte “più spettacolare della manovra”: la riduzione, cioè, dei consiglieri regionali da 30 a 20 unità e gli adempimenti legislativi connessi e conseguenti. C’è anche la questione legata alla soppressione di Province e Comuni che mette a rischio l’autonomia regionale, ma per tempi e per valenza democratica, è opportuno che sia il nuovo consiglio ad occuparsene, lasciando al dibattito estivo le esternazioni, in verità molto estemporanee e contraddittorie, specie di chi balla indifferentemente tra Marca Adriatica e Molisannio, nessuno escluso.

Il movimento “Cambiamo il Molise” condivide la decisione di ridurre i consiglieri, come previsto peraltro nel proprio programma integrativo e ritiene che, per svolgere le prossime elezioni nella totale legalità e trasparenza, occorre indifferibilmente, entro le scadenze previste dalle normative vigenti che regolano il procedimento elettorale, procedere alla nuova definizione delle liste provinciali, alla eliminazione del listino del “gratta e vinci”, alla riconferma del sistema proporzionale e della preferenza unica. Il consiglio regionale, nella sua sovranità e in armonia con la Costituzione, dovrà assumere queste decisioni nella più ampia e auspicabilmente unanime condivisione. In caso contrario, si ritroverà colpevole due volte: in primis per non aver legiferato in materia a distanza di 10 anni; in secondo luogo esponendo sé stesso a impugnative di livello giurisdizionale che, più che mettere a rischio la propria esistenza, procurerà per davvero un colpo mortale a questa regione.

Nicola D’Ascanio Campobasso