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CAMPOBASSO _ Probabilmente il sole e l’afa di Ferragosto hanno dato alla testa, almeno quanto bastava per varare una Manovra all’insegna dei tagli. Se l’Italia intera arranca dovranno essere i piccoli comuni a farne le spese. Così decide il Governo, con dei conti che tornano poco. L’unico effetto dell’accorpamento degli enti locali sarà quello di cancellare la gran parte del territorio della Penisola, con un risparmio del tutto insufficiente. Basti pensare che un consigliere comunale percepisce, nella migliore delle ipotesi, 17 euro lordi a seduta, per 3 o 4 volte l’anno! Interviene così sull’attuale tema il segretario regionale del Partito Democratico, Danilo Leva, il quale analizza i dati di quella che può essere considerata l’ennesima scure che si abbatte sul Molise.

“Il provvedimento varato dal Governo si propone di tagliare 22mila poltrone – afferma Leva – con il risultato di far risparmiare all’Italia cinque milioni di euro di spesa. In pratica, il costo di dodici deputati. Una cifra che appare irrisoria al cospetto di una Manovra da ben 45 miliardi. Non è chiaramente questo il modo di abbattere i costi della politica – continua l’esponente Pd – Ma di certo, procedendo su questa strada, si approderà alla cancellazione delle identità locali, ossia della cultura, delle tradizioni del territorio e di conseguenza del turismo”. Leva “boccia” l’iniziativa del Governo centrale, evidenziandone le falle, ma rifiuta un atteggiamento miope rispetto al cambiamento storico in atto. Dunque, propone nuove soluzioni. “In Molise, su 106 municipalità, ben 68 sono a rischio soppressione – dichiara – Ciò vuol dire che il nostro territorio verso l’estinzione e questo non è ammissibile. Eppure, ritengo che vi sia la necessità di promuovere una vera riforma. E a tal fine c’è bisogno di un nuovo Governo, tanto nazionale quanto regionale”. Per il segretario del Partito Democratico non saranno di certo Iorio, Di Giacomo o Patriciello a difendere il Molise.

Sono loro che tuonano a casa per mostrarsi al fianco dei cittadini – afferma – e che poi a Roma abbassano la testa dinanzi al Premier onde assicurarsi una ennesima candidatura, ancora un posto al sole. Sono gli stessi fautori di una politica regionale che negli ultimi anni è stata particolarmente accentratrice e asfittica nei confronti dell’autonomia locale, intesa come possibilità per i piccoli amministratori di scegliere, di promuovere e di organizzare il proprio territorio. Sono coloro che hanno garantito la complicità al Governo ogni qualvolta si è proceduto al taglio di risorse. E quanto accaduto con la Banca d’Italia, l’Enel e le Poste insegna. Leva non fa sconti all’attuale classe dirigente e rilancia con un’idea che possa salvare quel che di buono resta del Molise: le sue risorse e, quindi, le municipalità. In sostanza, per Leva i Comuni, anziché essere cancellati, dovrebbero essere incentivati e guidati dalla Regione a “rivedere” la propria posizione all’interno del “sistema Governo”, acquisendo centralità e condividendo la gestione delle risorse. E’ prioritario eliminare gli sprechi, dunque le indennità e i costi della politica – conclude l’esponente del Pd – Ma non si può far cassa abbattendo i costi degli enti locali, in quanto un simile provvedimento ha il solo effetto di incidere negativamente sulla qualità della vita dei cittadini, che in questo modo perdono servizi come i trasporti, l’assistenza e la cultura.

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