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Antonio D’Ambrosio, un sindaco dal volto onesto. Antonio D’Ambrosio ( Video intervista)TERMOLI – lo conosco da sempre. Ero presidente dell’Associazione MoliSiamo da me fondata a Milano nel 1996. D’Ambrosio fu uno dei pochi che ci diede un po’ di credito e consigli utili per quel gruppo di pasionari molisaniche, a tutti i costi, volevano fare sentire la loro voce nella grande metropoli lombarda (al contrario dell’allora presidente della Regione Iorio che ci snobbò).
Partecipò anche ad assemblee tenute in alcuni paesi del Molise, insieme all’allora magistrato Antonio Di Pietro, fulgida cometa rivelatrice di verità scomode in quel periodo di fine secolo.Il suo contributo fu sempre qualificante. D’Ambrosio era il mio contatto con la sinistramolisana: lui, che aveva sposato una Di Giandomenico, sorella di Remo, braccio destro dell’’onorevole democristiano Girolamo La Penna.
Un contestatore ante litteram, già da allora. Si attestò, comunque e sempre, a sinistra. Coerente ed onesto! Intelligente! Fu presidente della Regione Molise. Lasciato quest’incarico molto prestigioso, nell’elezioni amministrative del 2010 fece anche un tentativo come sindaco. I giochi politici lo fecero mettere da parte.
Da quel momento la sua grandissima conoscenza di storico lo vide spesso opinionista e moderatore in vari consessi politici e sociali.
Allo stato attuale, infatti, è ospite fisso e coordinatore nella trasmissione regionale “Millibar” diretta da Pasquale Di Bello.
Lo invitai a presentare qualche mio lavoro letterario: nel 2011 fece la prefazione del mio primo romanzo autobiografico “famiglie”; nel 2015 la relazione e la presentazione dell’”Intervista a Peppino Marinucci sul nuovo porto di Termoli!”; nel 2016 presentò insieme al sindaco Sbrocca“35 anni di poesie in vernacolo termolese”; infine, nel 2018 relazionò e presentò con accorata passione il mio ultimo libro “Termoli nella cronaca locale dal 2000 ad oggi”. Insomma, tra noi c’è stato sempre un vero rapporto di rispetto e collaborazione reciproca unite ad un affetto amicale e di stima.
Questa lunga premessa per dire che: “ di lui mi fido!”.
Oggi, alla vigilia di una tornata elettorale amministrativa che si presenta molto incerta e laboriosa, l’ho invitato, ancora una volta, a presentarsi come sindaco di Termoli.
L’altro giorno, in un’intervista su myNewsdi Antonella Salvatore ho sentito ancora una volta il desiderio di dirgli: “Ma perché non ti presenti tu? Ti vengo a fare la campagna elettorale. Mi metto a tua disposizione!”. Nell’intervista dà alcune risposte chiarificatrici. “Io sono sempre a servizio della politica ma fino a quando non ci sarà una sinistra unita sarà difficile entrare in campo. Siamo troppo alle dipendenze delle scelte di Roma o di Campobasso e non vedo la possibilità di una classe politica omogenea, perlomeno per questa legislatura. E poi – aggiunge con una certa amarezza – nella prossima legislatura certamente non ci sarà più bisogno di me! Il fatto grave è che non produciamo neanche una nostra classe dirigente idonea che ha delegato gli altri a farsi rappresentare; né abbiamo rappresentanti regionali, a fronte di piccoli paesi dell’interno del Molise di nemmeno settemila abitanti che ne hanno addirittura due. É sconcertante! ”.
Antonio D’Ambrosio è “uomo d’Amore”. E lo professa chiaramente nell’intervista quando parla dell’esperienza valoriale di questo papa, di questa chiesa in cammino verso le sofferenze e la fratellanza. E questo, per un politico di sinistra, è una cosa molto importante: significa guardarsi dentro e ricercare la verità. Infine, Accenna ai nuovi Movimenti Civici che ritiene positivi e che non sono certamente contro i partiti. Essi possono contribuire a creare momenti nuovi e aggregativi promuovendo funzioni indispensabili alla crescita culturale del paese. “ A Termoli – dice – non ci sono musei, teatri; non ci sono neanche locali cinematografici. Le nostre compagnie teatrali devono andare a Guglionesi per poter rappresentare delle pièce teatrali. Bisogna trovare le risorse senza tartassare i cittadini e abbassare invece le tasse.
Parla anche del vernacolo termolese. “Neanche il dieci per cento della popolazione lo parla e ancora meno lo scrive. Ovvero, ognuno va per la sua strada ed è una babele di vernacolisti che non si mettono mai d’accordo”. Su quest’argomento ci ho già discusso in passato e lui ha convenuto con me nel fissare regole desunte da grammatiche ufficiali. Ma il discorso si fa lungo e lo rimandiamo ancora ad una prossima volta.
Insomma, questo militante della politica, come si definisce lui stesso, a mio avviso, potrebbe pensare oggi di prendere il coraggio a due mani e presentarsi a maggio nelle liste di una sinistra per governare il nostro paese.
Concludo queste poche righe di presentazione mettendo in evidenza che le sue capacità politiche si apprezzano bene durante gli interventi orali che sono sempre chiari e densi di significati. Il suo modo di esporre non è affatto ricercato ma essenziale e di facile comprensione. Paziente e riflessivo riesce a semplificare concetti complessi tenendo sempre attento il pubblico.
A quest’uomo probo, che prende come esempio il nostro grande papa Francesco, per quest’uomo d’Amore che con la sua saggezza potrebbe dare nuova speranza e nuova linfa a quanti non credono più nella politica, voglio dedicare un sonetto che, anche se non è politico, è molto significativo.
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