“Ne chiediamo la modifica perché la gestione dell’acqua deve restare pubblica senza ombra di dubbio – ha commentato Marcella Stumpo in rappresentanza delle associazioni -. Con questa normativa c’è stata una contrazione della rappresentatività dei Comuni rispetto all’ambito territoriale ed i cittadini che avevano chiesto una rappresentanza diretta sono rimasti inascoltati”.
Per quanto riguarda la tariffa unica prospettata dalle legge, i comitati non sono concordi. “Gli stessi comuni potrebbero avere qualcosa da dire visto che ci sono enti municipali virtuosi con perdite del meno del 20% rispetto ad esempio quello di Campobasso che ha perdite di oltre il 60%. La consulta delle associazioni poi è solo un teatrino. Sentiremo i sindaci, comitati, e cercheremo ad arrivare ad una forma di mobilitazione unitaria. Per questo chiediamo a tutti coloro che hanno votato sì al referendum di farsi sentire ora”.
Intanto sono in fase di valutazione ricorsi alla magistratura contro la legge così come la richiesta di un referendum regionale abrogativo. I comitati sottolineano di non essere stati ascoltati prima dell’approvazione della legge così come richiesto e puntano il dito contro il consigliere regionale Filippo Monaco, favorevole alla normativa e la consigliera Nunzia Lattanzio. “Monaco ha tradito la fiducia dei cittadini di Termoli. Il suo è stato un comportamento inaccettabile. Ci auguriamo che la rappresentanza di Termoli alla Regione cambi” ha concluso la Stumpo.
