AcquaBidoniTERMOLI – La sentenza del Tar che il 9 gennaio 2017 ha cancellato il decreto istitutivo dell’Egam da parte della Regione Molise rappresenta una pietra miliare nell’ormai lunga storia della lotta per l’acqua pubblica nella nostra regione; a nome di  tutti i cittadini e le associazioni che si riconoscono nel Comitato Acqua Pubblica di Termoli e del Forum Regionale dei Movimenti per l’Acqua non possiamo che esprimere in proposito grande gioia e soddisfazione, che abbiamo già condiviso con il Forum Nazionale.

Le ragioni dei 16 comuni “Ribelli” erano evidenti, ma ciò non rappresentava certo garanzia di veder riconosciuti i diritti dei cittadini: purtroppo, sappiamo anche troppo bene che nemmeno una vittoria eclatante come quella del referendum del 2011 è bastata a difendere l’acqua da chi vuole farne strumento di profitto.
Le associazioni e gli attivisti per l’acqua pubblica di Termoli, che avevano condotto per anni una durissima battaglia per la ripubblicizzazione nella loro città, scontrandosi purtroppo con gli ostacoli frapposti da amministrazioni per nulla disposte a seguire la volontà dei cittadini, hanno sempre offerto supporto e collaborazione in materia all’amministrazione regionale: fornendo prima un modello di statuto rimodulato per Molise Acque, in grado di rendere l’ente qualificato a gestire tutto il servizio idrico integrato; e successivamente studiando e stendendo una proposta di legge regionale in grado di garantire un governo totalmente pubblico e monitorato attentamente dai cittadini su base partecipativa.
Nessuno degli strumenti proposti è mai stato preso in considerazione, e nella seconda metà del 2015 si è arrivati alla frettolosa formulazione della struttura dell’Egam, l’ente regionale ideato in extremis perché l’amministrazione risultava inadempiente agli obblighi di legge in materia di servizio idrico integrato, e calato dall’alto con modalità che non hanno consentito neanche una lettura attenta da parte dei comuni, ai quali veniva imposta l’adesione senza possibilità di discuterne.
Ora, dopo questa storica sentenza, possono riaprirsi spazi di discussione e collaborazione: esprimiamo la speranza che la Regione tragga insegnamento dalla vicenda e si renda conto che il tema dell’acqua non è di quelli che si possano liquidare in solitudine e con l’arroganza di chi non vuole considerare le posizioni lontane dalle proprie. Oltretutto sarebbe bastato operare con un po’ più di attenzione  e magari incontrare chi aveva idee diverse per evitare questa figuraccia…
Ora la decisione del Tar offre alla Regione un’opportunità preziosa di riaprire un tavolo operativo con il Forum e con le amministrazioni comunali, per arrivare a portare in Consiglio una legge che cancelli la parola profitto dalla gestione dell’acqua, chiuda una volta per tutte la porta alle norme del diritto privato e soprattutto le apra alla partecipazione della popolazione sia nella gestione sia nel suo controllo: perché l’acqua è un bene comune universale sul quale il popolo italiano ha detto chiaramente che non si può lucrare, un diritto che sta scritto nel Dna di noi umani, il cui utilizzo giornaliero deve essere garantito sempre e comunque nei minimi che anche l’ONU ha riconosciuto a livello mondiale.
Il Comitato Acqua Pubblica di Termoli e il Forum Regionale per l’Acqua Pubblica intendono riprendere immediatamente le attività necessarie a collaborare con i comuni promotori del ricorso, e chiedono alla Regione un incontro in tempi brevi perché venga preso in considerazione il disegno di legge regionale da noi elaborato in precedenza.

Perché, ora come ai tempi del referendum e forse ancora di più,  tutti siamo tenuti a ricordare che «si scrive acqua e si legge democrazia».

Comitato Acqua Pubblica Termoli
Forum Regionale  Molisano per l’Acqua Pubblica
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