TERMOLI – Cresce ogni giorno che passa il numero di giovani, per di più under 30, che decidono a malincuore di abbandonare il Molise in mancanza di opportunità, anche minime, di lavoro e di crescita professionale. E’ questo un dato facilmente riscontrabile che rappresenta la triste conferma del fallimento delle classi dirigenti le quali, da trent’anni a questa parte, hanno governato la regione alla stregua di un feudo personale, creando nel tempo un sistema di potere basato sul nepotismo e sul familismo e non, come invece sarebbe servito, sul merito.
Se i giovani – scoraggiati e delusi – fuggono è evidente che il Molise, al di là delle scelte penalizzanti del governo nazionale, non può avere futuro. Diventano perciò slogan privi di contenuti realistici i continui richiami della classe politica alla salvaguardia dell’autonomia regionale. Una regione che dedica scarse risorse alla formazione, all’accompagnamento dei giovani al mondo del lavoro, all’istruzione e al diritto allo studio, che non investe per far sì che le giovani generazioni abbiano in loco un futuro dignitoso, non può resistere ancora a lungo perché semplicemente non sta in piedi.

E’ da oltre un anno e mezzo che attendiamo interventi coraggiosi dal governo regionale, sui quali lo stesso Presidente Frattura ha più volte promesso di impegnarsi: dal reddito minimo garantito per i giovani disoccupati con età compresa dai 18 ai 30 anni, all’innalzamento degli investimenti sul diritto allo studio e sull’alta formazione universitaria. Ancora nessun risultato concreto in tal senso è stato raggiunto. Si continua al contrario ad agire solo sulla linea del rigore, a causa del quale aumentano ogni giorno di più i licenziamenti, in particolare nel pubblico impiego e a svantaggio dei giovani precari. Se alla politica del rigore non si accompagna un eguale impegno finalizzato a mettere in campo una idea, un progetto concreto di sviluppo del territorio, si aggraverà ulteriormente la situazione, già disastrata, delle famiglie molisane. Il fatto che desta maggiore dispiacere è che a pagare le drammatiche conseguenze dell’immobilismo politico e amministrativo che caratterizza purtroppo la nostra regione, sarà l’intera collettività e non coloro che sono i soli responsabili del fallimento del Molise.

Davide Vitiello, Segretario Giovani Democratici del Molise

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1 commento

  1. chi è causa del mal suo…
    Non si può che concordare con quanto scritto una Regione che poteva aiutare tutti ha deciso di essere ora il feudo di uno piuttosto che dell’altro. in una regione dove viene detto, seppure non apertamente, qui non hai futuro ad un intera generazione è una regione che non ha futuro. due considerazioni mi vengono. la prima che sicuramente non troverà molti sostenitori è che siamo di fronte ad un problema culturale, questa classe dirigente è l’espressione della nostra maturità civile un genio lo è prima e dopo il voto, un asino la stessa cosa se si sceglie il secondo poi ha poco senso lamentarsi. la seconda considerazione riguarda il reddito minimo garantito. un giovane non desidera un pesce lanciatogli ogni tanto desidera un mare dove poter pescare.