Alcuni pescatori della flottiglia molisana, appreso dell’arrivo di una rappresentanza di colleghi, sono rientrati nello scalo lasciando l’attività in mare iniziata da poche ore. Non è mancato nemmeno qualche momento di tensione tra i locali e “forestieri”. Il nutrito gruppo di marittimi e’ stato presidiato costantemente dalle forze dell’ordine. Polizia e Capitaneria di Porto hanno controllato senza sosta la situazione. Gli anconetani, in particolare, hanno puntato il dito sulla mancata adesione degli operatori molisani allo sciopero indetto contro il caro gasolio in ambito nazionale. Nonostante fosse stato dichiarato lo stato di agitazione, le imprese della pesca cittadine hanno continuato ad uscire in mare e, dunque a lavorare. Situazione che non è piaciuta troppo alle marinerie di altre regioni tra cui le Marche.
Per tale moltivo è stato organizzato lo “sbarco” dei 100 in porto. E così nel tardo pomeriggio di ieri, dopo una giornata di trattative, riunioni ed assemblee, si è giunti ad un accordo. La marineria termolese ha detto “si” alla protesta con sospensione di ogni attività. I pescherecci usciti in mare domenica notte per le battute di pesca sono così rientrati nello scalo.
Nei prossimi giorni sarà difficile assicurare il rifornimento di pescato fresco nei supermecati del Basso Molise, discount e magazzini commerciali così come i mercati rionali. Sarà anche difficoltosi per i ristoratori servire delle bontà ittiche appena pescate visto lo “stop” della flottiglia molisana a causa del “caro gasolio”.
Dopo gli autotrasportatori che hanno paralizzato l’Italia, ora è la volta dei pescatori. Gli aumenti di carburante hanno messo in ginocchio varie categorie. Intanto ieri è tornata operativa la Fiat di Termoli dopo alcuni giorni di “fermo” sempre a causa del blocco operato dai camionisti. Gli operai sono tornati ieri a timbrare i cartellini.